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Integrazione, entra nel vivo il progetto ‘Artigiani si diventa’

Partita la terza edizione dell'iniziativa per l'inclusione lavorativa di soggetti vulnerabili e vittime di sfruttamento

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PRATO – Integrazione, entra nel vivo il progetto Nei nostri panni – Artigiani si diventa che è giunto alla sua terza edizione e dopo il successo degli anni passati con cenciaioli e filatori ha allargato i suoi orizzonti rivolgendosi agli artigiani, per generare maggiore impatto sociale ed espandere la rete di partecipanti e beneficiari, favorendo anche l’inclusione femminile.

A illustrare le novità e l’andamento del progetto sono stati il 29 novembre in palazzo comunale l’assessore all’integrazione Sandro Malucchi, Niccolò Cipriani di Rifò, azienda capofila dell’iniziativa, Renza Sanesi, Nicoletta Ulivi e Fabiana Carosella della Fondazione Opera Santa Rita, Claudio Calabresi di Nova Fides, Filippo Giagnoni di Confindustria Toscana Nord e dell’azienda Fartex e i rappresentanti di Cna e di Cardato Riciclato pratese.

Il progetto Nei nostri panni – Artigiani si diventa si propone di formare e inserire nelle aziende soggetti vulnerabili, in particolare vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo. L’obiettivo è insegnare loro un mestiere e inserire nelle imprese del territorio personale qualificato e motivato che si occupi di elaborare materie prime tessili e che possa sostituire professionalità tipiche del tessuto produttivo pratese che stanno scomparendo da anni. Sono stati infatti selezionati 7 tirocinanti, per i mestieri di tessitore e rammagliatrice, provenienti da Costa d’Avorio, Nigeria, Burkina Faso, Pakistan, Mali, India e Ucraina. Per questa terza edizione i candidati sono stati selezionanti a luglio e il progetto avrà una durata di 7 mesi di cui 1 di formazione in aula e 6 di tirocinio in azienda.

I 7 beneficiari sono stati inseriti in azienda appunto tramite tirocini formativi retribuiti e al termine di questi si potrà concretizzare la proposta di assunzione con particolari profili professionali, come nella scorsa edizione, che ha visto l’assuzione di cinque persone. I tirocinanti seguono un programma di formazione aziendale obbligatoria, un modulo sul contesto lavorativo e un corso di lingua italiana incentrato sul linguaggio tecnico di settore utilizzato in azienda.

“È un progetto che cerca di portare l’attenzione sul tema dell’inserimento lavorativo – ha dichiarato l’assessore all’integrazione Sandro Malucchi – soprattutto di quelle persone che altrimenti rischierebbero di finire in circuiti lavorativi poco raccomandabili. Da parte del Comune un ringraziamento va a tutti coloro che da anni si impegnano in questa attività che dà risposta a due esigenze: da una parte a quella dei soggetti vulnerabili e dall’altra rappresenta un aiuto anche alle aziende che vivono un momento di crisi. Più del 50 per cento dei tirocinanti provengono dal progetto Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) che dà 100 posti letto a disposizione del fenomeno migratorio e accoglie coloro che risultano essere vittime di violenza, di abuso o di tratta ma anche di sfruttamento lavorativo”.

“Quest’anno ci sono tre novità – ha spiegato Niccolò Cipriani di Rifò – La prima è che c’è stato un bilanciamento di genere quindi vengono inserite nel progetto anche 3 donne. La seconda riguarda l’ampliamento delle professioni: quest’anno lavoreremo infatti anche con le tessiture e i maglifici mentre gli anni scorsi abbiamo lavorato con le filature e le aziende del settore dei cenciaioli. Terza novità è che quest’anno abbiamo coperto con il rimborso anche il periodo di formazione per i ragazzi che partecipano al progetto. Stiamo inoltre lavorando al social housing per cercare di supportare i partecipanti nella ricerca di una dimora così una volta ottenuto un contratto di lavoro hanno la possibilità di uscire dai centri di accoglienza ottenendo l’indipendenza anche sotto quel punto di vista”.

“I tirocinanti sono stati scelti all’interno dei progetti di accoglienza del territorio quindi Sai (Sistema di accoglienza e integrazione), Satis (Sistema antitratta toscano interventi sociali), Laiv (Lavoro, alloggio, istruzione, vulnerabilità) e Cas (Centro di accoglienza straordinaria) – ha detto Nicoletta Ulivi della Fondazione Opera Santa Rita – Si è costituita un’équipe mista tra Comune e fondazione per individuare i profili più adatti per le aziende. Oltre a criteri di carattere oggettivo come età e lingua, la selezione è stata fatta sulla base della motivazione dei candidati cercando di andare incontro anche ai loro talenti e desideri perché crediamo che il lavoro sia un elemento sì di dignità ma anche di felicità”.

Il progetto Nei nostri panni nasce dalla collaborazione dell’azienda Rifò con Fondazione Opera Santa Rita, che dal 2014 gestisce alcuni Centri di di accoglienza straordinaria del territorio, con il supporto del servizio sociale e immigrazione e con l’adesione dell’Associazione Tessile Riciclato Italiana, dell’organizzazione Cardato Riciclato pratese, della Confederazione Nazionale dell’Artigianato Toscana Centro, di Cna Formazione e sicurezza, di Arti Toscana, di Confindustria Toscana Nord Lucca Pistoia Prato e del Consorzio Detox.

© Riproduzione riservata

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