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CANTAGALLO – Primo bilancio a Cantagallo dopo la giornata di allerta meteo dell’8 settembre, vissuta con la paura dell’alluvione del novembre 2023, come ormai ogni volta che c’è una situazione del genere.
Gli interventi hanno riguardato due occlusioni di tombini e condotte fognarie – al Fabbro e Carmignanello – causate dai detriti trasportati dalle piogge e risolte tempestivamente dall’ufficio tecnico con la collaborazione delle ditte di pronto intervento inviate dalla Provincia e da Publiacqua, ognuna per i casi di propria competenza.
C’è stata una fuoriuscita d’acqua a monte di Chiusoli, dovuta a materiale caduto nel fosso, nella zona in cui da poco erano terminati i lavori di manutenzione della bonifica. Il materiale ha occluso le briglie (realizzate dal Comune con i lavori di somma urgenza) che sono state liberate in poco tempo e che quindi non hanno causato gravi problemi al borgo.
Una fuoriuscita d’acqua anche a Migliana, sulla strada al bivio delle Cavallaie. Si tratta del posto su cui sono ancora in corso i lavori di somma urgenza del Comune. Fino a fine lavori, vige un’ordinanza di divieto di transito in caso di allerta arancione (evidentemente a tutela della pubblica e privata incolumità). La fuoriuscita è stata risolta già in serata grazie all’intervento dei tecnici comunali e del direttore dei lavori, e sarà oggetto di confronto con il Genio civile per la soluzione definitiva del problema.
Sulla via di Migliana, dove il Comune sta realizzando i lavori di somma urgenza, altezza Noceto, il materiale caduto dalla montagna ha occluso il fossetto a monte causando un ruscellamento sulla strada che non ha causato particolari problemi sulla strada che ancora è chiusa fino al termine lavori, che avevamo ipotizzato a fine settembre, se il tempo lo permette.
C’è stato un leggero smottamento sulla via di Gavigno, che date le modeste dimensioni, ci ha permesso di non dover chiudere la strada.
“Dopo l’alluvione di novembre il nostro territorio ha cambiato profondamente il suo aspetto.- dice il Comune – Come si vede, un fenomeno atmosferico più violento del normale, causa danni come mai prima. È evidente che è impossibile mettere in sicurezza 95 chilometri quadrati di montagne, così come è però urgente un piano di messa in sicurezza e difesa del suolo. Il Comune può intervenire, e lo fa costantemente con risorse proprie, a tutela delle strade e della viabilità in generale, e non è pensabile che i privati cittadini, proprietari delle aree da cui spesso derivano gli smottamenti, si facciano carico della messa in sicurezza dei versanti. Vanno trovate soluzioni nuove, che siano conseguenti ai cambiamenti climatici con cui siamo costretti a convivere”.
“Parliamo – dice la nota del Comune – di modifiche normative e di procedure perché non è pensabile che dopo un evento come l’alluvione di novembre si possa intervenire solo con interventi di somma urgenza, che consentono soltanto “l’istituto giuridico della somma urgenza ha come necessario presupposto il verificarsi di circostanze impreviste e pregiudizievoli che non consentano alcun indugio nel dare avvio ed esecuzione ai lavori resi necessari al fine di evitare pericoli per la pubblica incolumità”. Ciò significa che le norme nazionali non consentono sistemazioni definitive, ma solo interventi provvisori e parziali. Tanto per informazione, dopo l’alluvione di novembre, a Cantagallo abbiamo attivato interventi di somma urgenza per poco meno di 4 milioni di euro, e i lavori li vediamo tutti i giorni, come vediamo le difficoltà e l’impegno enorme dei nostri straordinari tecnici comunali a seguirli quotidianamente. Gli stessi tecnici che di domenica fino a notte fonda erano in giro per il comune per controllare la situazione”.
