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Alluvione a Prato, chiesto al rinvio a giudizio per 11: ci sono anche Biffoni e Calamai

Accuse di omicidio colposo e disastro colposo, fra gli indagati ex sindaco e presidente della Provincia. Udienza preliminare il 19 novembre

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PRATO – La Procura di Prato ha presentato undici richieste di rinvio a giudizio per amministratori pubblici e tecnici in relazione all’alluvione del novembre 2023, che causò due vittime e danni ingenti a infrastrutture e abitazioni.

Le accuse principali sono omicidio colposo e disastro colposo. L’udienza preliminare davanti al Gup Marco Malerba è stata fissata per il 19 novembre. 

Tra gli indagati figurano Matteo Biffoni, ex sindaco di Prato, Simone Faggi, allora vicesindaco e assessore alla Protezione civile, Valerio Barberis, assessore all’urbanistica, e Simone Calamai, sindaco di Montemurlo tuttora in carica e presidente della Provincia, insieme all’assessora alla protezione civile di Montemurlo, Valentina Vespi. Coinvolti anche dirigenti e funzionari comunali, come Pamela Bracciotti, Sergio Brachi, Sara Tintori e Stefano Grossi, oltre a Fabio Martelli, responsabile del Genio Civile del Valdarno Centrale, e Luca Della Longa, direttore del Quarto Tronco di Autostrade per l’Italia, accusato di disastro colposo.

Le contestazioni riguardano la mancata adozione di misure preventive nonostante il rischio idrogeologico fosse noto. Le due vittime furono Antonio Tumulo, 84 anni, travolto dal torrente Bardena mentre si trovava in auto, e Alfio Ciolini, 85 anni, deceduto nella propria abitazione a Montemurlo a causa dell’esondazione del torrente Bagnolo. Durante l’alluvione si verificarono episodi drammatici, come i tentativi di salvataggio di automobilisti intrappolati nelle acque del Bisenzio.

La Procura, rappresentata dal procuratore capo Luca Tescaroli e dalle sostitute Valentina Cosci e Alessia La Placa, ha invece chiesto l’archiviazione per quattro soggetti: Alessandra Casali del Comune di Montemurlo, Giuseppe D’Elia di Autostrade, e Iacopo Manetti e Nicola Giusti del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno.

L’esito dell’udienza preliminare determinerà se si aprirà un processo che potrebbe diventare un punto di riferimento a livello nazionale per la prevenzione dei disastri ambientali e la responsabilità delle istituzioni.

“Apprendiamo con grande preoccupazione della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura per i tragici eventi dell’alluvione del novembre 2023. Si tratta di un momento particolarmente difficile e delicato per la nostra comunità politica”. Lo dichiara Marco Biagioni, segretario del Pd di Prato.
“Come Partito Democratico esprimiamo vicinanza agli amministratori coinvolti, certi che sapranno difendersi nelle sedi giudiziarie e dimostrare la correttezza del loro operato . dice Biagioni – Rispettiamo il lavoro della magistratura e confidiamo che la verità emerga in tempi ragionevoli. Quella tragica alluvione ha segnato profondamente la nostra città e il territorio pratese. Non possiamo dimenticare il dolore delle famiglie e delle imprese colpite e l’impegno di tutti coloro, dagli amministratori ai volontari, che si sono prodigati per affrontare l’emergenza. Siamo certi che la stella polare che ha guidato gli amministratori e ci guiderà in futuro sarà lavorare per mettere in sicurezza il territorio e prevenire che simili tragedie possano ripetersi”.

“Le notizie diffuse in queste ore confermano un quadro grave e allarmante: sono undici le richieste di rinvio a giudizio depositate dalla Procura di Prato a carico di amministratori e tecnici accusati, a vario titolo, di omicidio colposo e disastro colposo in relazione all’alluvione che ha colpito il territorio pratese nel 2023”. Lo dichiarano Elisa Montemagni, commissario provinciale della Lega, e Claudiu Stanasel, ex capogruppo della Lega in consiglio comunale a Prato. “Tra le persone coinvolte – dicono – figurano anche due esponenti di primo piano del Partito Democratico: l’ex sindaco di Prato, Matteo Biffoni, e l’attuale sindaco di Montemurlo nonché presidente della Provincia, Simone Calamai“.

“Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e auguriamo buon lavoro agli inquirenti – proseguono Montemagni e Stanasel – ma è evidente che questa vicenda non sia più solo un caso giudiziario: è anche una questione politica e amministrativa, che chiama in causa le responsabilità di chi ha governato il territorio negli ultimi anni, ignorando segnali e criticità nella gestione del rischio idrogeologico. E il Partito Democratico, che amministra da sempre questi territori, non può continuare a voltarsi dall’altra parte, o far finta che la colpa sia di qualcun altro. Davanti a tragedie come quella dell’alluvione, servono serietà, umiltà e assunzione di responsabilità politica.”

“A rendere ancora più grave il quadro complessivo – aggiungono i due esponenti leghisti – è che questo pesante atto della magistratura si somma alla situazione di un capoluogo, Prato, attualmente commissariato a seguito delle dimissioni del sindaco Bugetti, coinvolta in una separata inchiesta per corruzione. Un’intera classe dirigente del Partito Democratico locale è ora al centro di vicende giudiziarie che mettono in discussione anni di gestione amministrativa.”

“Prato e la sua provincia meritano trasparenza, rispetto e istituzioni credibili – concludono Montemagni e Stanasel – La fiducia dei cittadini si ricostruisce con i fatti, non con lo scaricabarile. E chi ha governato fino a oggi dovrà rispondere, se non nelle aule di giustizia, almeno davanti alla comunità che ha subito e continua a subire le conseguenze di decisioni scellerate”.

© Riproduzione riservata

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