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Montemurlo: terminata la rimozione dei rifiuti tessili da grosso impianto di recupero posto sotto sequestro

Rimosse oltre 300 tonnellate di materiale tessile ed End of Waste irregolarmente depositatio e gestito in un'area industriale

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MONTEMURLO – Si è conclusa, con il coordinamento della procura di Livorno, la rimozione dei rifiuti illecitamante accatastati in un impianto industriale sito nel Comune di Montemurlo già sottoposto a sequestro da Nipaaf, Arpat e Agenzia delle Dogane di Prato: oltre 313 tonnellate complessivi tra rifiuti tessili (221 tonnellate) e altro materiale (92 tonnellate).

L’attività prende le mosse da un accesso all’impianto eseguito nel 2023 dal Nipaaf di Prato congiuntamente ad Arpat e Nil di Prato, con la constatazione di vari illeciti in materia di diritto del lavoro e la contestazione di una sanzione amministrativa pecuniaria per irregolarità nel registro carico/scarico rifiuti, oltre alla contestuale segnalazione all’autorità giudiziaria per l’eccessiva quantità di rifiuti presenti nell’impianto per essere recuperati (190 tonnellate) rispetto a quanto autorizzato (110 tonnellate).

Nel 2025, quale conseguenza della dettagliata analisi svolta, l’autorità giudiziaria delegava alla medesima polizia giudiziaria – integrata da personale dell’Ufficio Doganale di Livorno – il sequestro preventivo dell’intero impianto e di tutto il materiale ivi depositato.

Il legale rappresentante è stato denunciato alla procura di Livorno per i reati di gestione non autorizzata e traffico illecito di rifiuti speciali non pericolosi costituiti prevalentemente da rifiuti tessili (262 colli pressati) e da mascherine chirurgiche (24 big bags; violazione delle prescrizioni contenute nell’atto autorizzativo; falso ideologico, con l’aggravante di aver commesso un reato per occultarne un altro.

All’interno del capannone è stata, inoltre, ulteriormente rinvenuta una grossa quantità di materiale tessile vario (rifiuti e materie prime seconde) che faceva crescere ulteriormente la quantità di materiale illecitamente depositato fino a superare le 300 tonnellate.

Oltre alla segnalazione in sede penale, al legale rappresentante della ditta veniva imposta la rimozione di tutto il materiale presente all’interno dell’impianto al momento del sequestro.

È iniziata così la lunga fase di classificazione e rimozione dei rifiuti e dell’altro materiale presente all’interno del capannone – totalmente a spese dell’indagato – conclusasi da pochi giorni con l’ultmo sopralluogo eseguito dalla polizia giudiziaria.

A seguito dell’avvenuta rimozione e del corretto smaltimento dei materiali sottoposti a sequestro, l’opificio è stato dissequestrato e l’attività della ditta è ripresa regolarmente.

 

© Riproduzione riservata

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