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Nuova frana sulla regionale 325, associazioni di categoria chiedono un tavolo con gli enti

Confindustria, Cna e Confartigianato dopo l'ennesimo smottamento hanno scritto alla Provincia e ai sindaci di Prato, Montemurlo e della Val di Bisenzio

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VERNIO – La fragilità del territorio al centro delle preoccupazioni delle associazioni di categoria.

L’ennesima frana sulla strada regionale 325 nell’ultimo episodio di maltempo, riporta ancora una volta in primo piano le difficoltà infrastrutturali del territorio. Confindustria Toscana Nord, Cna Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato hanno subito inviato alla Provincia e ai sindaci di Prato, Montemurlo e della Val di Bisenzio la richiesta di un immediato incontro per fare il punto della situazione riguardo al progetto di intervento sottoscritto nel protocollo d’intesa con la Regione e, soprattutto, accelerare in modo deciso l’impegno comune verso una soluzione finalmente definitiva.

“Occorre infatti – dicono – attivare al più presto un confronto serio e concreto, coinvolgendo anche i livelli nazionali vista l’importanza economica e sociale della 325, per progettare interventi su larga scala che restituiscano certezze e sicurezza al territorio e a chi vi abita e vi lavora”.

Questo il testo della lettera inviata alle istituzioni: “La frana sulla strada 325 a Rasora riaccende le preoccupazioni di noi imprenditori e residenti della Val Bisenzio. Se dovesse esserci una chiusura come quella di marzo, ci sentiremmo intrappolati, senza sicurezza e senza la possibilità di vivere e lavorare normalmente. Questo potrebbe portare a una vera e propria implosione del territorio. Per questo chiediamo con urgenza di aprire un tavolo di confronto tra le amministrazioni della Val Bisenzio, il Comune di Prato e Montemurlo, la Provincia e le associazioni di categoria. È fondamentale unire le forze non solo per fare il punto sullo stato dell’arte del progetto di intervento che origina dalla sottoscrizione del Protocollo d’intesa con la Regione, ma anche per far sì che la questione venga affrontata a livello nazionale, riconoscendo la strategicità dell’arteria stradale e per garantire un intervento su scala più ampia”.

“L’esigenza di studiare una viabilità alternativa alla Sr325 è oggettiva – dichiara la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord, Fabia Romagnoli – Il tavolo, di cui auspichiamo un’apertura quanto più possibile celere, dovrebbe partire da questo presupposto e lavorare con concretezza in questa direzione. La strada presenta delle criticità che possono solo in parte essere affrontate con una manutenzione scrupolosa e continuativa: i problemi sono strutturali e per giunta acuiti dal cambiamento climatico e dai conseguenti effetti sulla tenuta del suolo. Si impongono soluzioni radicali che diano un’alternativa al traffico civile e industriale da e per la Val di Bisenzio“.

“Siamo di fronte all’ennesima batosta per le imprese e l’economia della Vallata – sottolinea Claudio Bettazzi Presidente di Cna Toscana Centro – Come ormai chiediamo da troppo tempo, si ripropone con forza alle istituzioni il necessario coraggio e l’urgenza di intervenire in modo rapido e risolutivo per ripristinare la viabilità in sicurezza. Le imprese e i lavoratori di Vaiano, Vernio e Cantagallo non possono più continuare a restare in ostaggio di una situazione che va risolta e che Regione e p.a. devono avere come priorità. Oggi più che mai sentiamo l’urgenza che sia dato il via alla progettazione della variante affinché il transito delle merci e delle persone possa riprendere normalmente”.

“Questo evento ci riporta ancora una volta davanti al drammatico interrogativo: se la frana fosse avvenuta in un luogo diverso cosa sarebbe accaduto? – si domanda Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Prato – In primo luogo il pensiero va all’aspetto sociale, alla donna che deve partorire o alla persona colpita da infarto che necessità di un pronto intervento. Ma eventi del genere hanno anche dei costi economici enormi e non circoscritti alla Valbisenzio ma a tutta la filiera. Se quindi apprezziamo che si siano fatti nel tempo incontri e ipotesi di possibili varianti, quello che occorre adesso, tuttavia, è una politica del territorio più coraggiosa, determinata e decisa. Ancora una volta riceviamo un segnale sui rischi che possiamo correre ed è doveroso recepirli trasformandoli in un scelte di politica industriale adeguate ai tempi e alle necessità delle imprese e più in generale di un territorio e di una comunità”.

© Riproduzione riservata

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