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Ancora violenze al carcere di Prato: detenuti aggrediscono due agenti

Il grave episodio nella giornata del 29 ottobre. Spaccati anche arredi della struttura. Il sindacato Sappe: "Così non si va avanti"

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PRATO – Dopo l’ennesimo suicidio ancora proteste nel carcere di Prato. 

Come riferisce Francesco Oliviero, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, nella giornata del 29 ottobre due detenuti di origine magrebina hanno danneggiato la sezione detentiva di media sicurezza.

“È successo intorno alle 18 – spiega il sindacalista – quando i due detenuti, per futili motivi, hanno prima danneggiato le porte, i cancelli dell’atrio del piano e la scrivania dell’ufficio agenti e dopo hanno divelto le finestre della sezione detentiva dove erano ristretti: rotto vetri e qualunque cosa gli capitasse sotto tiro. Poi, armati di spranghe di ferro ricavate da una finestra che hanno sfasciato, hanno aggredito il personale di Polizia Penitenziaria in servizio mentre cercava di calmarli. Ad avere la peggio sono stati due agenti, trasportati al pronto soccorso cittadino. Per riportare l’ordine è stato necessario l’intervento di altro personale fuori servizio”.

Una situazione grave ed ingestibile, denuncia il Sappe: “Così non si può più andare avanti, le criticità di Prato sono ormai conosciute da tutti: serve personale, un direttore ed un Comandante in pianta stabile e come diciamo da tempo bisognava eliminare il “regime aperto” di alcune sezioni. Tutti sanno ma nessuno fa niente: solo ieri abbiamo comunicato la notizia del quarto suicidio dall’inizio dell’anno, da parte di un detenuto italiano. Il personale di Polizia è stanco di fare turni massacranti e di ritornare a casa dopo aver ricevuto sputi, insulti ed aggressioni. Sono anni che segnaliamo ciò che sta accadendo a Prato, se dovesse accadere un fatto più grave, chi si prenderà la responsabilità, per non aver fatto nulla?”.

“Il personale di Polizia Penitenziaria di Prato, come nel resto del distretto Toscana-Umbria, paga il duro ed amaro prezzo di un sistema penitenziario che presenta notevoli e vistose lacune, partendo dall’assenza di personale per finire a quello rieducativo passando per quello delle strutture fatiscenti e degradanti” – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà agli Agenti feriti – Basta! Aspettano forse che veramente ci scappi il morto? È questa la frase di sfogo dei poliziotti. La Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione e nei prossimi giorni valuterà se indire lo stato di agitazione”.

© Riproduzione riservata

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