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PRATO – Ha invitato Prato ad avere “un cuore ascoltante”, come quello del patrono Santo Stefano, uomo che si è lasciato toccare da Dio, che “parla e agisce nell’interesse di tutti, a servizio della verità”.
Il 26 dicembre in cattedrale il vescovo Giovanni Nerbini ha presieduto il solenne pontificale nel giorno della festa patronale della città. Hanno concelebrato cinquanta sacerdoti del clero diocesano davanti una chiesa piena di fedeli, che anche quest’anno non hanno rinunciato a partecipare alla messa del 26 dicembre, nella quale la comunità pratese si riunisce e rende omaggio alla reliquia del sasso di Santo Stefano, che la tradizione indica essere uno di quelli che hanno ucciso il primo martire della storia cristiana.
In prima fila le autorità cittadine, con la sindaca Ilaria Bugetti, il presidente della Provincia Simone Calamai e i rappresentanti dei Comuni del territorio pratese. Presenti anche l’onorevole Erica Mazzetti e il consigliere regionale Marco Martini.
Nell’omelia il vescovo Nerbini ha incoraggiato la città, in tutte le sue componenti, a sostenere i giovani. “Per ben due volte in questi ultimi mesi ho raccolto lo sfogo preoccupato e amaro di due distinti giovani – ha affermato il presule – confidenze allarmanti perché segnate entrambe marcatamente dalla paura. Paura di rimanere soli nella vita il primo; paura circa il proprio futuro l’altro. Il presente appare ai nostri ragazzi inquietante, il futuro grigio, privo di sicurezze, carico di preoccupazioni”. Poi, rivolgendosi ai presenti ha detto: “Possiamo rimanere insensibili e sorvolare su un disagio crescente che riguarda le nuove generazioni e vede minata la loro integrità spirituale, umana, morale e compromettere il loro sviluppo, la formazione di una personalità armonica e positiva, mortificando in loro il desiderio di impegnarsi, di gettarsi nella mischia, ma alimentando quello contrario alla fuga dalla storia con marcata preferenza verso realtà virtuali, rifugi e sogni artificiali? Cosa stiamo facendo di concreto per le generazioni che si affacciano alla vita?”.
Le difficoltà dei giovani e quelle delle degli adulti, che non sanno sostenerli, sono dovute al tempo nel quale viviamo, che monsignor Nerbini ricorda essere minato da guerre e crisi economiche. “Non sono la scienza e la tecnica che redimono l’uomo – ha sottolineato –, noi crediamo che è Dio a redimerlo attraverso l’amore”. E poi: “Abbiamo bisogno di lasciarci ispirare, di aprirci ad una sapienza che guarda oltre i singoli interessi, i nazionalismi ed i populismi chiusi e bellicosi, per tornare a costruire pazientemente una cultura del dialogo che avvicini uomini e donne di culture tanto diverse, di diverse etnie e religioni. La cultura del dialogo riconosce che tutti hanno voce in capitolo, uno sguardo attento e originale sul mondo che può indicare strade nuove, percorsi virtuosi come si è visto alla conferenza sul clima nel novembre scorso a Baku dove sono state le voci dei piccoli a scuotere la coscienza dei grandi”
Lo Stefanino d’oro
Al termine del pontificale il vescovo Nerbini ha proclamato i vincitori della quindicesima edizione del Premio Santo Stefano, istituito dalla città per dare un riconoscimento a quelle aziende che hanno successo imprenditoriale nel rispetto delle leggi e della concorrenza. Si tratta di due aziende del comparto tessile e una dell’innovazione tecnologica: Lyria, Bartolini srl e Macoev. “È davvero una boccata d’ossigeno ed una gioia sottolineare per una volta le eccellenze che si sono distinte per un complesso di caratteristiche particolarmente felici”, ha detto il Vescovo, ricordando poi i fatti drammatici delle ultime settimane, come l’incidente avvenuto nello stabilimento Eni di Calenzano, costato la vita a cinque persone.
La cerimonia di consegna degli Stefanini avverrà sabato 1 febbraio. Ogni anno i premi vengono assegnati da un comitato composto dai promotori dell’iniziativa: Diocesi, Comune e Provincia di Prato, Comune di Montemurlo, Camera di Commercio di Pistoia e Prato, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
La terna dei vincitori è stata scelta dal comitato promotore del premio, formato da Diocesi, Comune e Provincia di Prato, Comune di Montemurlo, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio. Il riconoscimento, chiamato anche Stefanino d’oro, è stato voluto dalle istituzioni cittadine per rendere onore a quelle realtà imprenditoriali del distretto pratese capaci di avere successo nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e delle regole della concorrenza.
“È davvero una boccata d’ossigeno ed una gioia sottolineare per una volta le eccellenze che si sono distinte per un complesso di caratteristiche particolarmente felici – ha detto il vescovo Nerbini –, per una volontà deliberata di voler produrre e creare curando i rapporti umani interni, rispettando l’ambiente, incrementando la ricerca e, ed è in questo momento fondamentale sottolinearlo, mettendo al primo posto la sicurezza dei lavoratori. Abbiamo dovuto commentare a più riprese i fatti drammatici di queste ultime settimane segno che non si sta facendo ancora quanto necessario in questo ambito”.
Ecco le brevi motivazioni formulate dal Comitato promotore e espresse dal Vescovo al momento della proclamazione delle aziende vincitrici.
LYRIA Azienda tessile che attraverso l’ingegno, la ricerca e grande passione per il lavoro, riesce a creare tessuti per alcuni tra i più influenti stilisti del mondo della moda. Coniugando tradizione ed innovazione ha fatto della creatività il caposaldo della propria produzione con grande attenzione verso l’impatto ambientale del prodotto aziendale.
BARTOLINI SRL. Azienda della produzione di maglieria che valorizza il prodotto italiano dalla campionatura fino alla distribuzione, guidata dai valori della innovazione, creatività e rispetto. Attraverso la grande attenzione alla formazione, inclusione e investimenti verso la sostenibilità ambientale ha saputo rappresentare l’essenza del lavoro pratese nel mercato globale.
MACOEV. Innovazione, efficienza e crescita sono i valori che guidano questa giovanissima azienda nel campo delle soluzioni digitali per le imprese. Attraverso l’attenzione meticolosa delle esigenze dei propri clienti, Macoev sa attestarsi in una crescita costante in un mondo di continui cambiamenti tecnologici. Senza mai perdere di vista la dimensione umana, la parità di genere e l’inclusione delle persone svantaggiate, coniuga il virtuale con il mondo reale delle relazioni umane più autentiche.
In quindici edizioni il Premio è andato a 54 aziende del distretto produttivo di Prato. Di queste, 35 sono del comparto tessile, mentre le altre sono impegnate in diversi settori: alimentare, edile, elettronica e hi-tech, cosmetico e meccanico. Lo scorso anno il riconoscimento è andato a Signo srl, Pecci Filati, Rifinizione Penny e Linsieme Filati.
I cittadini possono candidare via web, attraverso il sito della diocesi, una azienda per il Premio Santo Stefano. Per farlo occorre descrivere i principali punti di eccellenza dell’impresa tenendo conto delle motivazioni del premio: eticità, ricerca, innovazione, rispetto delle regole, della concorrenza e dei diritti dei lavoratori.
La cerimonia di consegna degli Stefanini si terrà sabato primo febbraio nell’auditorium della Camera di Commercio.
Il Giubileo
Una occasione per avere “un cuore ascoltate” ed essere portatori di speranza, è offerta dal Giubileo, iniziato la vigilia di Natale, quando papa Francesco ha aperto la Porta Santa della basilica di San Pietro. “Avere speranza, essere speranza vuol dire vivere ogni attimo della nostra vita in comunione con il cielo e la terra, con gli uomini, le piante, gli animali, con tutti e con tutto senza niente dimenticare, niente disprezzare, niente perdere. Faremo certamente ancora errori, ma saremo già segni vivi di essa”, ha concluso il vescovo Giovanni Nerbini.
Domenica (29 dicembre) la chiesa di Prato, insieme a tutte le diocesi del mondo, celebrerà l’apertura del Giubileo con una messa solenne in cattedrale. La cerimonia è preceduta da una processione che partirà dalla chiesa di San Domenico. L’orario di inizio è alle 16, con la lettura della bolla di indizione dell’Anno santo giubilare.