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PRATO – Chiede soldi in cambio di alcune registrazioni che dimostrano la manipolazione ai danni di un ricco imprenditore della provincia di Prato, poi deceduto. Ma l’estorsore, un noto osteopata della provincia di Treviso, finisce in manette.
Nell’ambito di un’indagine, delegata al Nucleo polizia economico finanziaria dalla procura di Prato, l’uomo è stato arrestato. Avrebbe preteso dalle due sorelle, figlie di un noto imprenditore tessile proprietario di un ingente patrimonio immobiliare e mobiliare, la somma di 180mila euro, per consegnare registrazioni di alcuni colloqui effettuati durante i trattamenti fisioterapici dai quali emergeva che il padre era stato impossibilitato di prendere qualunque decisione e di essere succube di una determinata persona, che ha dissipato gran parte delle sue ricchezze.
Il procedimento ha avuto origine proprio da una denuncia querela sporta dalle due figlie.
Nel 2022, a seguito della lettura da parte delle due sorelle di alcuni documenti riguardanti la causa di separazione dei propri genitori, hanno appurato che il padre era affetto da diverse patologie (un tumore alla prostata ed era stato colpito da ischemia celebrale) e che aveva rappresentato di non voler avere alcun rapporto con le figlie, che venivano, tuttavia, nominate eredi universali, mentre veniva disposto un legato, 20mila euro e in un’autovettura, a una terza persona.
A seguito della documentazione ricevuta dall’Agenzia delle Entrate di Prato, le figlie hanno scoperto che dal 2020 al 2023 il padre aveva venduto quasi tutti gli immobili (a prezzi irrisori) ed effettuato una donazione di denaro di 100mila euro a questa persona.
Inoltre le stesse avevano verificato il progressivo svuotamento del conto corrente; l’emissione, nell’arco temporale compreso tra il 2021 e il 2023, di assegni per oltre 300mila euro; pagamenti con carte di credito per circa 130mila euro, nel corso del 2022-2023 e la mancanza di oggetti in oro e di un Rolex del genitore.
Tali condotte apparivano incompatibili con le precarie condizioni di salute del padre e con il suo tenore di vita, tant’è che da una perizia effettuata su incarico del tribunale di Prato l’imprenditore era risultato poco lucido e con molte difficoltà a deambulare.
L’imprenditore deceduto, nel 2022 e nel 2023, aveva soggiornato in un hotel di Montegrotto Terme dove aveva conosciuto l’osteopata che lo aveva in cura, il quale, ad agosto 2024, ha contattato le due sorelle tramite Instagram, asserendo di essere a conoscenza di vicende riguardanti il padre e, in particolare, del fatto che lo stesso era succube di una persona (che si era appropriata delle proprie disponibilità), che non poteva fare nulla (come telefonare alle figlie), in quanto privato del telefono, del portafogli, e che era impossibilitato a prendere qualunque decisione in autonomia.
L’osteopata asseriva di avere molte registrazioni (sia video che audio) effettuate durante i trattamenti fisioterapici al padre, oltre ad altre registrazioni di alcuni colloqui con la persona che aveva approfittato del padre, nel corso delle quali quest’ultima affermava di decidere anche per conto dell’imprenditore, impedendogli di contattare le figlie.
Dopo averle incontrate all’inizio del mese di ottobre 2024, in un bar di Padova, aveva preteso il pagamento di una somma di 180mila euro per consegnare le registrazioni, che dimostravano la manipolazione ai danni del padre, segnalando di essere in contatto anche con la persona che aveva circuito il padre, che era disponibile a versare quella somma di denaro, così minacciando implicitamente di consegnare all’autore della circonvenzione tale materiale, qualora non avessero versato la somma di denaro richiesta.
Le due sorelle si accordavano con l’osteopata affinché lo stesso si recasse a Prato al Mc Donald, dove si sarebbe dovuto effettuare lo scambio, con la consegna di due assegni circolari da 90mila euro cadauno, in cambio di tutto il materiale registrato.
L’attività investigativa, che si è nutrita del prezioso contributo dei militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Prato, ha consentito di arrestare il professionista all’esito dello scambio effettivamente avvenuto all’interno del Mc Donald.