Convitto Cicognini, Uil Prato: “Insufficiente il numero degli educatori”

PRATO – “Anche per l’anno scolastico 2025/26, il Ministero dell’istruzione, in maniera del tutto inopinata, ha reiterato il vecchio sistema regolativo che limita l’organico del personale educativo a quello dell’a.s.2011/12. Come conseguenza logica risulta che la continua crescita degli studenti non trova il necessario incremento dell’organico del personale educativo. Infatti, coerentemente con l’impostazione ministeriale, l’Ufficio scolastico di Prato ha attivato le operazioni per l’immissione in ruolo di n. 1 unità di personale educativo dalle Graduatorie ad esaurimento, da assegnare al convitto nazionale Cicognini di Prato”.

Così in una nota il segretario territoriale Uil scuola di Prato, Luigi Rocca, che afferma:  “Situazione, questa, resa ancor più critica dall’inosservanza di ulteriori due parametri: il numero delle convittrici nelle istituzioni educative miste come il Cicognini; l’incremento crescente nel tempo della frequenza di alunni con disabilità di grado medio e medio grave.
In relazione a quest’ultimo aspetto, giova precisare che gli alunni con disabilità semiconvittori e convittori non fruiscono dell’assistenza specialistica oltre l’orario delle attività didattiche, rimanendone totalmente privi per la parte residua della giornata. Anche in questa fattispecie, trattasi di un’ulteriore criticità che necessita di essere affrontata e risolta da un punto di vista ordinamentale. Diversamente, la tanto proclamata inclusione scolastica risulterebbe un semplice auspicio”.

“Così si mette a rischio la qualità dell’azione di supporto agli studenti – prosegue Rocca – svilita da un rapporto studenti/educatori cristallizzato nel tempo e destinato a scendere sempre più in basso. Uno dei punti di eccellenza, l’educatore, destinato a costituire il trait d’union tra studenti e docenti facilitando i processi di apprendimento, si trasforma in una figura destinata a fare attività di assistenza sempre meno qualificata. Tant’è che non si scorgono iniziative formative specifiche destinate ad aggiornarla alle mutate esigenze del mondo scolastico, non ultima quella nella sua versione digitale e linguistica”.

“Il livello di precarietà – sottolinea il segretario Uil Prato – tocca ormai punte altissime, valutando come l’ultima procedura concorsuale dedicata, risalga all’ormai lontano anno 2000 e che, nel frattempo, si è determinato un alto livello di personale a tempo determinato che andrebbe stabilizzato attraverso procedure dedicate (come i corsi abilitanti, unica categoria per la quale non sono stati attivati). A questi colleghi viene negata di fatto la mobilità, la progressione economica e il trattamento giuridico del personale contrattualizzato a tempo indeterminato”.

“Continua a mancare l’istituzione di un organico aggiuntivo per far fronte a situazioni non contemplate in sede di organico di diritto, in grado di assorbire le fluttuazioni del numero degli studenti che si iscrivono tardivamente e che, logicamente, non possono essere dirottati su altre istituzioni scolastiche, stante l’assoluta atipicità di quella prescelta. Sempre al medesimo personale educativo continua ad essere negato il bonus docenti (il budget individuale che favorisce le libere iniziative di aggiornamento professionale), se non a seguito dell’attivazione del contenzioso legale”.

“Ne risulta un quadro estremamente complesso che richiederebbe immediati interventi legislativi, amministrativi e finanziari per arginare una pericolosa deriva che mette a rischio un modello educativo che in una visione prospettica, può rappresentare non solo un arricchimento del modello tradizionale di scuola, ma una sua possibile evoluzione” conclude Rocca.