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Dall’incuria alla delinquenza, al Giardino del Campaccio una “riqualificazione non riuscita”

La denuncia del volonatrio Auser Vincenzo De Biase: "Nessuna risposta dalle autorità competenti alle segnalazioni delle criticità. Il cittadino non vale niente?"

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PRATO – Dalla mancanza di manutenzione alla delinquenza, dalle buche ai fili di ferro che spuntano dal terreno. Un terreno, quello del Giardino del Campaccio nel quartiere Chiesanuova, “percorso ogni giorno da passanti con i loro cani, famiglie e tanti bambini. È una vergogna”.

A denunciare la situazione in cui versa il parco pubblico di Prato è Vincenzo De Biase, cittadino e volontario segnalatore autorizzato dall’Auser, che da 4 anni raccoglie le criticità dell’area indicate dagli abitanti della zona per poi indirizzarle alle competenze istituzionali. Il suo è il racconto di una riqualificazione ben pianificata sulla carta, ma effettivamente “non andata a buon fine”, spiega l’uomo.

Il Giardino del Campaccio, infatti, è stato beneficiario del progetto di rigenerazione urbana Urban Places, cofinanziato da Comune e per l’80 per cento da Regione Toscana con il Piano di innovazione urbana Por Fesr 2014-2020, coperto da finanziamenti europei. Per un totale di 1,8 milioni di euro, il piano prevede la riqualificazione degli spazi pubblici nei quartieri San Paolo e Chiesanuova. I lavori al Giardino del Campacccio, del costo di oltre 700mila euro e iniziati nel giugno 2022, si sono conclusi un anno e mezzo fa.

Il risultato, tuttavia, “lascia a desiderare – spiega Vincenzo De Biase – Le criticità sono tante: a partire dalla ‘minore’, la vegetazione enorme: la manutenzione del giardino sembra essere assente, c’è un ulivo che tocca per terra. Hanno installato più di 20 alberelli nuovi, che non hanno mai potato: 15 di questi si sono seccati e sono stati rimossi. Nel progetto era previsto un sistema di irrigazione automatico, le cui uniche tracce sono solo un pezzetto di tubo che fuoriesce dal terreno e non funzionante”.

Alla ricerca di risposte, “Ho chiamato la consigliera Tassi che è andata di persona sul posto. Mi ha detto che effettivamente, ci dovrebbe essere l’irrigazione automatica, come previsto nel progetto. Si è meravigliata. Ma per trovare una soluzione, sarebbe sufficiente contattare una persona competente, cosa che non è stata fatta. Tuttavia – osserva De Biase – basterebbe semplicemente un giardiniere addetto alla manutenzione”.

Dalla manutenzione alla sicurezza, che rappresenta un altro punto critico del parco. A partire dalle buche nel terreno: “Sono il risultato degli stessi lavori di riqualificazione: per costruire la pista, hanno battuto il suolo con automezzi pesanti e camminato sul terreno buono a fianco, creando queste buche. Buche che sono rimaste perché il terreno, successivamente al compimento della pista, non è stato risistemato”. Dal suolo inoltre, fuoriescono “ferri di contenimento che rimangono scoperti: l’anno scorso un bambino è inciampato su uno di questi ferri, proprio appena completato il nuovo giardino”.

Dai bambini, che nel parco ci giocano, la questione sicurezza si estende a tutta la comunità: preoccupata, già da prima della riqualificazione del parco, per la delinquenza diffusa. “Si tratta di un vero e proprio smercio di droga – sottolinea il volontario Auser – Ma il parco è da sempre oggetto di queste frequentazioni”. Ad incentivare l’attività, spiega, sono i 4 cancelli d’entrata e uscita dall’area “che non vengono mai chiusi”. Tuttavia, ad oggi, di integri effettivamente ne rimangono solo 3 a causa di un incidente: “Una macchia ha urtato contro un palo che ha rotto il cancello sul lato di via Wanger, di cui rimane solo metà struttura”.

Anche un’altra struttura, compresa nel progetto di rigenerazione, è sotto ‘inchiesta’: si tratta della rete che circonda il parco, alta 1 metro e mezzo, che “non scoraggia di certo delinquenti e spacciatori nei loro traffici in quanto può essere saltata molto facilmente. Nel 2019 abbiamo raccolto 300 firme per avere una recinzione di almeno 2 metri, e un fontanello per l’acqua: richieste non ascoltate. Per quanto riguarda i cancelli, mi è stato detto che non possono essere chiusi di notte”.

E il sistema di videosorveglianza? “C’è una telecamera visibile, ma non so se funziona. Il progetto di riqualificazione ne prevedeva 7 o 8, ma non so se effettivamente sono state installate perché non si vedono. I vigili urbani? Prima qualcuno passava, oggi non si vede nessuno”.

Come nessuna è la risposta che Vincenzo De Biase ha ricevuto ad oggi alle segnalazioni dei cittadini dalle autorità competenti: “Quando c’è stata l’inaugurazione ho mandato un foglio a tutti i candidati sindaci per segnalare i problemi della zona, ma nessuno ha risposto. Risposte chiare – prosegue De Biase – nessuno me le ha date. Ho mandato cinque email al nuovo assessore: solo una volta ha detto che mi avrebbe fatto contattare da un ingegnere del verde pubblico, ma così non è stato. Adesso non risponde più”.

“Di tutte le segnalazioni che continuo a fare per dare voce agli abitanti – conclude l’uomo – nessuno risponde: il cittadino non vale nulla?”.

© Riproduzione riservata

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