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PRATO – Droga nella Casa Jacques Fesch, è stata la denuncia di don Enzo Pacini a permettere il ritrovamento delle sostanze stupefacenti nella struttura dedicata all’accoglienza dei detenuti in permesso.
Il sacerdote, cappellano del carcere della Dogaia e direttore della Caritas diocesana di Prato, ha informato in prima istanza la polizia penitenziaria che durante le pulizie ordinarie della struttura era stata rinvenuta una sostanza sospetta. Questa denuncia è stata poi trasmessa in procura.
La casa Jacques Fesch di via Pistoiese, intitolata al criminale francese convertito in carcere, nasce nel 1990 ed è stata fortemente voluta dai cappellani del carcere per dare un tetto a quei detenuti che hanno ottenuto un permesso premio, ma non hanno un posto dove stare. La casa fornisce un servizio di alloggio temporaneo alternativo all’istituto di pena. Un luogo protetto dove i carcerati possono incontrare i loro familiari.
Negli anni tanti detenuti e le loro famiglie hanno potuto utilizzare questo luogo di accoglienza. “A fronte di quanto è successo, si tratta di un servizio prezioso – spiega don Enzo Pacini – perché dà modo a chi non ha una casa di poter usufruire di un permesso per uscire dal carcere. La nostra è una struttura che ha contribuito e sta contribuendo a percorsi di rieducazione e di reinserimento sociale dei detenuti”.
Nella gestione di casa Jacques Fesch sono impegnati 4 volontari. Non hanno compiti di custodia, né di vigilanza, sono incaricati di curare l’accoglienza e di verificare il corretto utilizzo degli spazi affidati ai detenuti. Attualmente la struttura non è posta sotto sequestro, la Caritas è in attesa di sapere se ci saranno eventuali limitazioni.