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Elicottero precipitato al Tc Prato, dopo 11 anni la sentenza definitiva: un anno al pilota

L'8 giugno 2014 l'episodio in via Firenze. Respinte le ipotesi difensive di un atterraggio di emergenza o di un incidente

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PRATO – È definitiva la pena a 1 anno per il pilota Alessandro Bettini, condannato in cassazione per disastro colposo aviatorio.

La condanna arriva dopo 11 anni dal fatto, avvenuto l’8 giugno 2014: intorno alle 11, al circolo Tennis Club Prato in via Firenze, frequentato anche da minori, l’elicottero condotto da Bettini è precipitato nel campo di calcio adiacente a un campo da tennis, toccando con un’elica a terra, inclinandosi sul fianco destro e danneggiandosi irreparabilmente. Alcuni frammenti si sono disseminati sul terreno circostante, un’elica è stata successivamente ritrovata nel piazzale distante alcune centinaia di metri vicino a due autovetture di cui una è risultata danneggiata dall’impatto dell’oggetto metallico. L’atterraggio dell’elicottero non era stato autorizzato o previsto dal piano di volo in quell’area.

I tre processi hanno escluso che vi fosse stata un’avaria o un’anomalia al motore tale da causare un arresto improvviso o un calo delle prestazioni del motore. La condotta di volo del pilota è stata ritenuta colposa, perché imprudente per la scelta del sito di atterraggio e per l’esecuzione della manovra che ha causato il contatto dell’elica del motore principale con il terreno, negligente per la condotta delle procedure di volo non conformi a quanto previsto dal manuale di volo e, in ogni caso, inadeguata in base al tipo di avaria dichiarata dall’imputato.

Si è riscontrata la volontà del condannato di atterrare quel giorno nel campo e l’effettivo pericolo per l’incolumità pubblica: la sua condotta avrebbe potuto mettere in pericolo la vita e l’integrità fisica delle persone presenti nell’area. I giudici hanno ritenuto priva di riscontro la tesi difensiva, secondo la quale l’imputato aveva eseguito un atterraggio di emergenza, e fuorviante l’ipotesi secondo cui si sarebbe trattato di un semplice incidente.

Per ottenere il verdetto definitivo si sono resi necessari 11 anni. Vi è stata, infatti,
un’indagine protrattasi per 1 anno e 10 mesi, 3 processi, articolatisi secondo uno
schema ordinario, con un processo di primo grado al tribunale di Prato, durato 4 anni, un processo d’appello, che parimenti ha richiesto 4 anni, e un giudizio in Cassazione, che si è svolto nell’arco di meno di 1 anno. “Un periodo all’evidenza inaccettabile – il commento della procura – pur avendo una tempistica inferiore alla media, che mostra come la criticità più grave che affligge la giustizia penale sia rappresentata dai tempi eccessivamente lunghi per ottenere una pronuncia sulla responsabilità”.

© Riproduzione riservata

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