Getting your Trinity Audio player ready...
|
PRATO – Rendere Prato una Città Amica della Demenza. È l’obiettivo comune emerso durante il convegno La longevità, un valore da proteggere: le soluzioni e i supporti alle malattie neuro-degenerative, tenuto a Danama Space, il co-working di via Tiepolo a Prato.
L’iniziativa promossa da un gruppo di lavoro composto da professionisti e addetti ai lavori che vogliono accendere i riflettori dell’opinione pubblica sul tema della non autosufficienza e provare ad aiutare le famiglie che devono fare i conti con queste malattie, ha fissato come obiettivo quello di rendere Prato la quarta città della Toscana a ottenere questo riconoscimento. Al momento, infatti, su 63 città italiane che rientrano nella categoria, solo Viareggio, Siena e Porcari possono considerarsi Città Amiche della Demenza.
L’obiettivo emerge dall’analisi dei dati. In Italia, infatti, è stimata la presenza di oltre un milione di persone con demenza, di cui 600mila con Alzheimer. Circa 3 milioni sono invece i soggetti coinvolti direttamente o indirettamente nell’assistenza dei loro cari. In Toscana gli over 65 sono 950mila, e ben 85mila, il 9%, sono affetti da demenza. Numeri in costante crescita con l’aumentare dell’aspettativa media di vita. Da qui la necessità di un differente approccio alle malattie neuro-degenerative.
“Abbiamo voluto organizzare questa iniziativa per sensibilizzare le persone sulle realtà della non autosufficienza e in particolare sulle malattie neuro-degenerative che stanno crescendo quantitativamente – spiegano i promotori dell’evento -. Abbiamo spiegato alle persone le possibili soluzioni presenti a Prato, Pistoia, Lucca e limitrofi, che possono essere attivate per generare un benessere a cui tutti abbiamo diritto”.
Ma cosa comporta essere una Città Amica della Demenza? Si presuppone il rispetto della dignità e della libertà, una vita più dignitosa per le persone con demenza e per i loro caregiver, lo sviluppo di una rete di volontariato, la formazione dei ragazzi nelle scuole, la lotta allo stigma, e una maggiore presa in carico delle persone nei servizi a loro dedicati. In totale ci sono sette azioni da concretizzare: costituire il tavolo promotore, nominare un responsabile locale, dare voce alle persone con demenza, elaborare un piano di azione per la sensibilizzazione, dare visibilità al progetto, identificare le priorità di azione, e monitorare i processi compiuti.
Ricordiamo che il panel dei relatori è stato molto ampio. C’era il coordinatore Alessio Mannelli di Dimore di Marzia Costruttori Etici. Poi Sara Orsotti, esperta in terapie non farmacologiche rivolte a persone affette da malattie neuro-degenerative, Lorena Spinelli direttrice della Farmacia Ventisei (Farmacia amica della Demenza di Pistoia che organizza regolarmente incontri educativi gratuiti). E ancora Ambra Bonacchi, responsabile marketing dell’associazione Challenge Care (si occupa di sensibilizzare la comunità nei confronti delle persone con fragilità in modo da favorire l’inclusione in ogni momento della vita quotidiana), la dottoressa Giusi Scerri, pedagogista e consulente domiciliare, coordinatrice delle sedi di Prato e Pistoia di Solidali (rete di agenzie per l’assistenza domiciliare), e ancora Alessio Giacomelli ed Emanuele Tempestini delle Assicurazioni Generali Italia – Agenzia Cacciola di Prato, il cui obiettivo è quello di ascoltare e rispondere al meglio alle esigenze della persona sia nel presente, ma soprattutto in prospettiva di quello che avverrà in futuro.
“Una farmacia Amica della Demenza, come Farmacia Ventisei di Pistoia, significa che si è formata per capire i bisogni dei caregiver dei malati di Alzheimer e per rispondere alle necessità di persone con malattie neuro-degenerative, aiutando entrambi nei bisogni giornalieri – sottolineano gli organizzatori – Quali? Il dialogo, per capire cosa fare quando non si vogliono vestire, lavare o mangiare. Ma anche per dargli un sostegno opportuno quando sono debilitati”.