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PRATO – Cordoglio a prato per la morte di Claudio Caponi, un uomo che non solo ha segnato un pezzo di storia del mondo Confartigianato, ma che con la sua cultura e capacità critica ha offerto un contributo importante a Prato e non solo, ricoprendo svariate e importanti cariche nell’ambito culturale e sociale
Confartigianato Imprese Prato ha avuto l’onore di averlo alla guida in qualità di segretario generale dal 2006 al 2008, proveniente dalla lunga esperienza di segretario generale a Confartigianato Toscana. Nonostante il periodo relativamente breve alla guida dell’associazione provinciale, Caponi ha saputo dare un impulso decisivo a varie iniziative e soprattutto a un nuovo modo di interpretare, come Confartigianato Imprese Prato, la responsabilità dell’associazione come protagonista, accanto agli altri attori politici, sociali ed economici, delle scelte fondamentali per il futuro della città e del distretto.
“È stato per me gratificante – disse Caponi al termine del suo mandato in Confartigianato Imprese Prato – mettere a frutto la mia precedente esperienza di ricerca economica e storica per rendere più leggibili i caratteri distintivi dell’associazione per accreditarla sempre più come soggetto sociale protagonista nel complesso dibattito sul futuro del distretto tessile pratese”.
Claudio Caponi lascia due figli e i nipoti, ai quali vanno le più sincere condoglianze da parte di tutto il mondo Confartigianato. Ma lascia soprattutto il ricordo di una persona gentile, colta e autorevole, e un esempio che rimarrà un patrimonio prezioso per l’associazione e più in generale per la città.
Lo ricordano anche il vescovo Nerbini e la comunità diocesana: “A livello ecclesiale Claudio Caponi ha messo a disposizione le sue competenze ricoprendo vari incarichi nella nostra chiesa diocesana e nella sua comunità parrocchiale: ricordiamo in particolar modo la nomina nello svolgimento dei lavori del Sinodo Diocesano (1984-1989) come componente della commissione centrale del Sinodo e presidente della commissione Animazione evangelica del mondo. Ha fatto parte di organismi pastorali godendo la stima e l’apprezzamento dei vescovi diocesani in particolar modo di monsignor Pietro Fiordelli e monsignor Gastone Simoni. Quest’ultimo lo aveva nominato presidente del Centro culturale cattolico. Autore di numerose pubblicazioni di carattere storico, economico e culturale ha fatto parte del gruppo di storici che a partire dagli anni ottanta del Novecento hanno curato il terzo e quarto volume della storia di Prato edita dal Comune”.
“Il suo impegno di cattolico lo ha portato a diffondere la conoscenza della chiesa pratese e dei personaggi che nel corso del tempo avevano lasciato in essa un segno prezioso. Ricordiamo alcune tra le numerosissime pubblicazioni: Il movimento cattolico a Prato (1870-1904); Leghe bianche e lotte agrarie nel Pratese. 1918-1922; Il tempo di don Milton Nesi. Cinquant’anni di cronache religiose, sociali e politiche a Prato (1912-1964); Il vicario di Prato. Profilo di Mons. Eugenio Fantaccini. Testimonianze, lettere, omelie; Dal Pensionato per giovani operaie alla Casa della Giovane Santa Caterina de’ Ricci (1950-2000); 90 anni di impegno civile e di carità cristiana (1912-2002); Cesare Guasti e il movimento cattolico a Prato da Porta Pia a Dogali, in Cesare Guasti e la cultura toscana dell’Ottocento; Monsignore Eugenio Fantaccini (1882-1959), Immagini della Chiesa pratese.
“La sua testimonianza e il suo impegno – conclude monsignor Nerbini – così come la sua passione per la nostra chiesa, ci spingono nel rivolgere al Signore la preghiera della gratitudine e del suffragio, mentre ci stringiamo ai suoi familiari in questo momento di distacco e di dolore“.