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Non manomise l’orditoio in cui morì Luana D’Orazio: assolto l’operaio manutentore

Il pubblico ministero Vincenzo Nitti aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi, il giudice Santinelli ha accolto le tesi della difesa

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PRATO – Il tribunale di Prato ha assolto con formula piena Mario Cusimano, tecnico manutentore imputato per la morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia 22enne rimasta uccisa il 3 maggio 2021 dopo essere stata trascinata all’interno di un orditoio nell’azienda tessile di Montemurlo dove lavorava. La decisione è stata pronunciata dal giudice Jacopo Santinelli al termine del processo di primo grado celebrato con rito ordinario.

Cusimano, manutentore esterno dell’azienda, era accusato di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche. Il pubblico ministero Vincenzo Nitti aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi, ma il giudice ha accolto integralmente la tesi difensiva: secondo la difesa, infatti, il tecnico non ebbe alcun coinvolgimento nella manomissione dei sistemi di sicurezza dell’orditoio, le protezioni che avrebbero dovuto impedire che un operatore venisse trascinato all’interno del macchinario.

In precedenza, per la morte della giovane operaia erano stati indagati anche i due titolari dell’azienda, Daniele Faggi e Luana Coppini, che avevano scelto di patteggiare ottenendo rispettivamente pene di 1 anno e 6 mesi e di 2 anni.

© Riproduzione riservata

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