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Parco Giocagiò, scoppia la polemica sulla chiusura anticipata

Aksel Fazio (Pd): "Spegnere le luci di un centro di aggregazione prima di sera non può che spostare il problema"

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PRATO – Parco Giocagiò, è polemica sull’ordinanza emessa venerdì scorso (1 agosto) dal Comune di Prato che anticipa di 3 ore la chiusura dell’area, prevista non più alle 24 ma alle 21.

La decisione è stata presa a seguito di casi di risse fra giovani, atti di bullismo e inciviltà segnalati nelle scorse settimane. Come si legge nell’ordinanza, nel parco si sono “verificati numerosi episodi di disordine pubblico, confermati anche da squadre di volontari presenti in loco in una relazione datata 30 luglio 2025 agli atti del Servizio, che hanno richiesto anche l’intervento delle forze dell’ordine”.

Tuttavia, né da destra né da sinistra questa sembra la soluzione al problema.

“Il disagio e il conflitto vanno gestiti, intercettando e presidiando il territorio, non fuggendone. Spegnere le luci di un centro di aggregazione prima di sera non può che spostare il problema, ridurre un diritto, e lasciare più ragazzi senza punti di riferimento, senza relazioni positive, senza spazi da vivere” afferma Aksel Fazio, coordinatore della segretaria Pd Prato.

“Con piena fiducia nell’operato del commissario, proviamo a dare una chiave di lettura di recenti investimenti che possono ancora essere impiegati. Il Comune di Prato, solo tre mesi fa, proprio in vista dell’estate, ha esteso gli orari di apertura dei parchi, luoghi di socialità e rifugi climatici per le famiglie e le persone che d’estate sono costrette a rimanere in città. Nel bilancio 2025 si trova un investimento di 1 milione di euro proprio per il rinnovo degli spazi e dei giochi dei parchi. Sono utilizzabili per coinvolgere bambini e ragazzi nel miglioramento dei loro giardini, come si era iniziato a fare con una campagna che nella prima settimana aveva già ottenuto mille risposte” spiega Fazio.

All’ex ippodromo è in fase di sperimentazione un nuovo modello di affidamento dello spazio bar che prevede una forte collaborazione tra il gestore economico e le associazioni del quartiere per mantenere vivo e presidiato il parco e i frutti già si vedono. Un modello che è possibile adottare anche per il Giocagiò, giardino centrale non solo per la frazione ma per la città. Questi spazi, soprattutto nei periodi di interruzione scolastica, sono abitati anche da dinamiche conflittuali, è vero. Per questo esistono formule educative, come l’educativa di strada, su cui l’amministrazione aveva trovato 30mila euro dopo una mappatura delle zone più complesse”.

Dalla propria pagina Facebook tuona l’ex-consigliera comunale del Pd Paola Tassi: “Già negli anni si erano verificati episodi di bullismo, ma lavorando con gli operatori di strada si riuscì a contenere il fenomeno. Non sono rari in estate episodi di bande giovanili che si ‘impossessano’ di spazi pubblici. Fatto sta che chiudendo il Giocagiò abbiamo abdicato alla prepotenza. Lavorare con gli operatori di strada sarebbe stato il da farsi. Il vuoto politico lo si vede proprio in queste decisioni”.

La decisione della chiusura anticipata del parco non è condivisa neanche da Claudio Belgiorno, ex-consigliere comunale di Fratelli d’Italia e candidato al consiglio regionale: “La decisione di chiudere il parco giochi GiocaGiò in orario serale mi trova fortemente contrario. La sicurezza è prioritaria, chiudere il parco è un segnale preoccupante e una sconfitta delle istituzioni. Questa misura punisce la collettività, ma in particolare modo i bambini e le famiglie che usano lo spazio correttamente, a causa del comportamento inaccettabile di pochi. Non sarebbe stato più efficace aumentare la sorveglianza e investire in progetti sociali o promuovere iniziative che restituiscano il parco alla comunità, invece di togliere uno spazio di aggregazione? La gestione degli spazi pubblici non dovrebbe limitarsi a divieti: servono soluzioni coraggiose e costruttive che garantiscano la sicurezza senza penalizzare i cittadini onesti. La città ha bisogno di più responsabilità e di una governance efficace, non di chiuder quei pochi spazi funzionanti”.

 

© Riproduzione riservata

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