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PRATO – Riceviamo e pubblichiamo la risposta alla responsabile Scuola del Pd prof.ssa Sandra Bolognesi, in merito alla polemica da lei innescata circa la nostra petizione per la scuola pratese.
Gentile Professoressa,
– la petizione è stata scritta e lanciata da un gruppo di venticinque docenti di Prato con
l’intento di scoprire se il grande disagio che abbiamo sperimentato e sperimentiamo ogni
giorno nelle nostre scuole, fosse diffuso anche in altre scuole, e i numeri ci hanno dato
ragione, anzi, hanno delineato una situazione preoccupante visto che ad oggi la petizione
ha totalizzato 1630 firme. Altri numeri si sono aggiunti a determinare le nostre azioni, in
particolare i dati elevatissimi sulla dispersione scolastica fra gli studenti stranieri che
vivono a Prato. Questo ci ha spinto ad incontrare il Ministro, il quale ci ha detto che forse
sarebbe venuto nella nostra città; così non è stato, per ora, ma non certo per colpa
nostra;
– in qualità di responsabile scuola del PD, lei evidentemente non è riuscita ad avere
accesso al Ministero per ottenere ciò che giustamente reclama … perché non dovremmo
provarci noi? Oppure: perché non ha lanciato lei una petizione?
– nella petizione noi richiediamo non solo più insegnanti d’italiano, ma altri provvedimenti,
tra cui: più mediatori linguistico-culturali, l’organizzazione di classi di accoglienza, la
distribuzione degli alunni non italofoni su tutte le scuole del territorio, in modo da
garantire una vera inclusione scolastica e l’integrazione nel tessuto della società pratese
di questi alunni e delle loro famiglie;
– infine, ma non ultimo: lei dice che il Comune e la Regione stanno facendo molto per la
questione “alunni non italofoni”: al contrario, a noi pare che le ore per facilitazione e
mediazione destinate alle scuole pratesi da parte del Servizio Immigrazione siano molto
poche. Solo per fare un esempio: in un istituto dove le famiglie straniere sono l’80% circa
(il che vuol dire doversi rapportare con centinaia di famiglie che non parlano o non
parlano bene l’italiano) le ore di mediazione linguistica sono mediamente due a
settimana, cioè niente.
I numeri parlano chiaro: la situazione della scuola pratese è molto critica e noi ci batteremo con ogni mezzo perché venga affrontata con serietà, senza partigianerie, senza preclusioni al confronto e, anzi, coinvolgendo più attori possibili. La scuola non è né di destra né di sinistra, ma la politica deve occuparsi seriamente di scuola, soprattutto in una città come Prato, dove a rischio è la coesione sociale.
Sperando che il confronto ritorni a concentrarsi sul tema che ci sta a cuore e non sulla
polemica politica,
Le auguriamo buon lavoro.
Prof.ssa Fiora Livi e docente Dania Melani


