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lunedì 28 Luglio 2025
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Sedata una rivolta in carcere alla Dogaia. Il Sappe: “Servono rinforzi”

Il segretario nazionale Donato Capece: "È fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello"

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PRATO – Il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria esprime pieno compiacimento per l’intervento della Polizia Penitenziaria in occasione dei gravi disordini avvenuti ieri (5 luglio) al carcere a Prato.

“Nel pomeriggio – spiega il segretario del Sappe della Toscana Francesco Oliviero – un gruppo di detenuti reclusi nella prima sezione detentiva ha dato vita a una vera e propria rivolta, barricandosi all’interno, incendiando lenzuola e bombolette di gas utilizzate come ordigni incendiari artigianali e divellendo porte blindate e finestre. I rivoltosi si sono armati con spranghe e hanno tentato di forzare le serrature delle uscite, mettendo in pericolo la sicurezza dell’intero reparto. Tutto ciò, per futili motivi, è stato gestito con straordinaria lucidità e sangue freddo dal personale in servizio, che ha prontamente bloccato le vie d’uscita della sezione. Determinante è stato anche l’arrivo immediato di agenti accorsi da casa, di colleghi richiamati dal riposo e del personale accasermato, tutti intervenuti con grande spirito di corpo e abnegazione”.
Il sindacalista spiega che “la situazione, estremamente delicata e ad alto rischio, è stata riportata alla normalità senza alcuna conseguenza fisica, né per il personale né per i detenuti. Un’azione impeccabile, frutto di professionalità, compattezza e rapidità di esecuzione, che merita il plauso e il rispetto di tutti. Come sindacato, sottolineiamo l’eccellenza operativa del personale intervenuto, che ha dimostrato ancora una volta  lo spirito di sacrificio e la dedizione assoluta verso il servizio, mettendo da parte persino i propri momenti familiari per rispondere all’emergenza”.
“L’episodio di ieri è l’ennesimo campanello d’allarme – conclude Oliviero – Il carcere di Prato resta un istituto caldo e critico, dove la carenza cronica di personale e la pressione operativa costante non possono più essere ignorate. È evidente, sotto gli occhi di tutti, che servono uomini, mezzi e risposte concrete da parte dell’amministrazione penitenziaria. Il personale di Prato ha dimostrato di essere di altissimo profilo umano e professionale, ma non può essere lasciato solo. Servono rinforzi, investimenti e una visione chiara per evitare che situazioni simili sfuggano un giorno al controllo”.
Onore alla Polizia Penitenziaria: a Prato ha vinto il corpo, ha vinto lo Stato –  commenta Donato Capece – Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, è oscuro e non subirà la stessa sorte, non comparirà sulle pagine dei giornali né in televisione, non farà notizia. Per questo è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Prato ma anche per tutte le altre strutture detentive della Toscane e della Nazione. Il Corpo di polizia penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”.

© Riproduzione riservata

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