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PRATO- L’emergenza abitativa non risparmia chi lavora nel pubblico impiego, e la scuola non fa eccezione.
Il diritto alla casa si intreccia sempre più con quello al lavoro, la questione della sostenibilità abitativa si impone come tema centrale di welfare e di coesione sociale e ci auguriamo, come UIL SCUOLA, che lo diventi anche a Prato per la prossima amministrazione comunale che verrà eletta nel 2026, perché anche in città è diventato impossibile per il personale scolastico sostenere l’affitto per la casa con l’attuale stipendio.
Qualità dell’abitare, sostenibilità ambientale, inclusione sociale erano i temi del documento sindacale sulla rigenerazione urbana e politiche abitative della Next Generation EU del 2021. Da allora la situazione si è evoluta, ma la mobilità del personale della scuola — in gran parte proveniente dalle regioni del Sud — resta una questione di grande attualità. È necessario procedere a un monitoraggio dei dati sulla mobilità nella provincia di Prato, confrontare il costo dell’affitto rispetto agli stipendi in tutta la regione Toscana, e valutare gli effetti che queste condizioni producono sul lavoro a scuola: sulla continuità didattica, sulla motivazione e sulla stabilità relazionale.
Una raccolta dati di questo tipo sarebbe utile per definire misure strutturali e di sistema, a livello regionale. Non interventi temporanei, ma politiche regionali durature, che possano entrare a far parte del welfare contrattuale del personale della scuola nella prossima stagione negoziale.
Come sottolinea sempre l’architetto Renzo Piano, “l’architettura è società: non esiste senza persone, senza speranza, senza aspirazioni”.


