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PRATO – Inizierà con un pellegrinaggio dalle periferie verso il centro città. La chiesa di Prato ha deciso di sottolineare l’apertura dell’anno santo chiedendo alle parrocchie di mettersi in cammino dal proprio vicariato per raggiungere la chiesa di San Domenico, dove sarà letta la bolla di indizione del Giubileo, poi la comunità diocesana nel suo insieme si muoverà dietro il vescovo Giovanni Nerbini per andare in duomo a celebrare la messa solenne.
L’appuntamento – comune a tutte le diocesi del mondo – è per il pomeriggio di domenica 29 dicembre. Partecipa in forma ufficiale l’amministrazione comunale con la sindaca Ilaria Bugetti. Quel giorno, tutte le messe vespertine sono sospese per dar modo ai sacerdoti e ai fedeli di poter partecipare al grande evento, che sarà seguito in diretta su Tv Prato a partire dalle 16.
Il programma dell’apertura del Giubileo
Per tutti l’inizio è alle 15. I fedeli delle parrocchie del vicariato Prato centro si riuniranno alla basilica di Santa Maria delle Carceri; i fedeli della zona est al santuario di Santa Maria della Pietà; quelli dei vicariati sud est e sud ovest al santuario di Santa Maria del Soccorso; i fedeli della zona ovest alla chiesa dell’Ascensione al Pino; quelli del vicariato nord e Valle del Bisenzio alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. È previsto inoltre il pellegrinaggio dei giovani, predisposto dalla Pastorale giovanile, con partenza dall’oratorio di Sant’Anna in viale Piave, alle 15,30, dopo il pranzo insieme alle 13.
Queste 6 processioni convergeranno sulla chiesa di San Domenico, dove ad aspettare l’arrivo dei fedeli, ci sarà il vescovo Giovanni Nerbini. Alle 16, appena l’assemblea diocesana sarà radunata, verrà data lettura del decreto di indizione del Giubileo. Monsignor Nerbini guiderà poi il pellegrinaggio diocesano verso la cattedrale. La processione passerà da via Guasti e si fermerà in piazza del Comune, dove ad attendere la comunità diocesana ci sarà la sindaca Ilaria Bugetti e i rappresentanti dell’amministrazione comunale che si uniranno al pellegrinaggio.
In duomo, alle 17, la solenne celebrazione eucaristica inizierà con il rinnovo delle promesse battesimali. La messa è quella propria della santa famiglia.
Il crocifisso dei Bianchi simbolo del Giubileo a Prato dopo 625 anni
L’antica opera trecentesca di Giovanni Pisano è stata scelta come immagine simbolo per vivere il Giubileo 2025 a Prato. Si tratta di un crocifisso, detto dei Bianchi, custodito da secoli nella cattedrale di Prato che in occasione dell’anno santo torna a far parlare di sé. Fu proprio in vista del Giubileo del 1400 che il crocifisso si legò al movimento di penitenza dei Bianchi, che attraversò l’Italia. Si trattò di grandi masse di pellegrini che, vestite con sai bianchi, andavano in processione ripetendo litanie che inneggiavano a misericordia e pace. Tra i personaggi illustri che vi parteciparono ci fu Francesco di Marco Datini, il mercante di Prato.
L’opera è in legno policromo (alto 81 centimetri per 66) e si trova nella parete destra del duomo, dentro una cornice ottocentesca, vicino al, battistero; è una piccola immagine, opera di altissima qualità, il Cristo, drammatico nella sofferente magrezza e con il volto di forte espressività, racconta il pathos del linguaggio figurativo di Giovanni Pisano, maestro della scultura gotica italiana.
In occasione del Giubileo 2025, secondo le indicazioni del dicastero per l’evangelizzazione della Santa sede, il crocifisso sarà spostato sul presbiterio per tutto l’anno, all’interno di una teca, appositamente realizzata. Le indicazioni raccomandavano la scelta di un crocifisso che fosse significativo per la chiesa diocesana da un punto di vista storico-artistico o legato alla devozione popolare. La scelta non poteva ricadere che su questa importante opera che ha in sé entrambe le caratteristiche richieste.
Invece, in pellegrinaggio da San Domenico alla cattedrale, domenica 29 dicembre, il vescovo Giovanni Nerbini recherà un’altra opera significativa: una croce processionale in argento cesellato del seicento. Completa di un’asta, anch’essa argentata, la croce fu commissionata dai frati francescani del Palco, passò alla badia di San Fabiano e infine, nel 1784, alla chiesa di San Domenico.
Le chiese giubilari nella diocesi di Prato
Il Giubileo è un anno dedicato alla conversione e alla remissione dei peccati. Questo cammino di redenzione, tra le altre cose, è simboleggiato dal passaggio attraverso la Porta santa aperta a San Pietro (e nelle basiliche papali). La penitenzieria apostolica ha stabilito inoltre che i fedeli possono ottenere l’indulgenza giubilare attraverso i sacri pellegrinaggi; la pia visita a luoghi sacri come chiese collegiate o santuari designati da ciascun Vescovo diocesano e le opere di misericordia e penitenza.
Per questo motivo il vescovo Giovanni Nerbini ha deciso con decreto che per tutta la durata dell’anno santo, a partire dal 29 dicembre, fino al 28 dicembre 2025, siano costituite chiese giubilari – insieme alla cattedrale di Santo Stefano – i santuari mariani presenti in diocesi (Carceri, Soccorso, Pietà e Giglio), la basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de’ Ricci, la pieve di Sant’Ippolito di Vernio e le cappelle dell’ospedale Santo Stefano e del carcere della Dogaia.
“I malati e i carcerati sono i più bisognosi di speranza – dice monsignor Nerbini – per questo abbiamo voluto rendere le chiese dell’ospedale e del carcere luoghi giubilari, aperti e illuminati dalla speranza. Malati e carcerati non possono muoversi, ma hanno il diritto di vivere pienamente l’anno santo”.