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PRATO – Donato alla biblioteca Lazzarini di una vera e propria rarità libraria. Si tratta di una copia originale dell’edizione de La rivolta dei santi maledetti di Curzio Malaparte, pubblicata a Prato nel 1921 dalla tipografia pratese di Martino Martini, comparsa recentemente sul mercato librario.
La cerimonia si è tenuta giovedì 13 febbraio nella Sala conferenze della biblioteca, alla presenza delle associazioni Curzio Malaparte, pratese nel mondo e del Gruppo Bibliofili pratesi Aldo Petri.
Le associazioni Curzio Malaparte pratese nel mondo e Gruppo bibliofili pratesi Aldo Petri hanno lanciato una campagna di raccolta fondi, che è stata prontamente condivisa da un gruppo di cittadine e cittadini pratesi appassionati di storia della città, oltre che da studiosi stranieri, finalizzata ad acquistare l’edizione originale. Il primo dei suoi tanti libri, forse quello più eccezionale e meno conosciuto per le sue singolari vicende editoriali. Malaparte aveva infatti pubblicato a Prato, nel 1921, con l’editore Martino Martini, il primo dei suoi libri ‘maledetti’ intitolato Viva Caporetto! (con tanto di punto esclamativo), che era stato subito sequestrato per la carica sovversiva evidente fin dal titolo. Di questa edizione se ne conosce una sola copia al mondo, conservata alla Fondazione Gramsci di Roma. Subito dopo però Malaparte aveva ripubblicato, con lo stesso editore pratese, 2 successive ristampe con il titolo, più edulcorato, di La rivolta dei santi maledetti. Inutilmente, perché erano state anch’esse sequestrate. In biblioteche italiane ne sono conservate non più di una decina di copie, più una a Lugano e un’altra a New York. Un’altra copia è comparsa recentemente in vendita sul mercato librario. Si tratta, com’è facile capire, di un libro di grande valore non solo perché costituiva l’esordio letterario di Malaparte, ma anche perché era stato stampato a Prato. La raccolta fondi ha avuto un successo immediato, il libro è stato acquistato e grazie alla donazione da parte delle due associazioni, entrerà a far parte del Fondo Malaparte della biblioteca Lazzerini. Una donazione che testimonia l’interesse e l’affetto della città per l’illustre scrittore che, con le proprie opere, ha portato il nome di Prato nel mondo e che è oggetto di un continuo interesse da parte di studiosi delle principali università europee e americane.
Nel corso della presentazione è stato anche presentato un altro progetto volto alla valorizzazione della figura e dell’opera dello scrittore, nato da un’idea delle due studiose pratesi Chiara Mannocci e Diletta Pizzicori, anche loro membre dell’associazione Curzio Malaparte, pratese nel mondo. Il progetto prevede il lancio di una call rivolta ai cittadini pratesi finalizzata a raccogliere testimonianze fotografiche sulla tumulazione di Malaparte avvenuta il 19 luglio 1961 sul colle dello Spazzavento. L’idea è quella di creare un archivio popolare proveniente dal basso che permetta di conservare la memoria attraverso il materiale posseduto dalla cittadinanza pratese.
Con il passare del tempo e i recenti avvenimenti climatici, infatti, il rischio concreto di perdere un importante pezzo della nostra storia è crescente e ci troviamo sempre più di fronte alla necessità di proteggere l’eredità culturale che caratterizza Prato.
Con questo ‘appello alle memoria’ si intende portare alla luce testimonianze dirette, foto ricordo del giorno della tumulazione, all’epoca evento importante per la città e molto sentito dagli abitanti. In centinaia salirono sulla vetta del monte Le Coste seguendo la salma dello scrittore morto 4 anni prima.
Con lo stesso spirito di allora, la cittadinanza viene quindi invitata a contribuire arricchendo il fondo già esistente dedicato a Malaparte, conservato nella Sala fondi locali della Lazzerini. Il materiale raccolto confluirà poi in una mostra che sarà realizzata a cura della biblioteca fra giugno e luglio.
“Si tratta di una prima edizione rarissima dell’opera di Malaparte, di cui esistono poche copie in tutto il mondo, è quindi un dono prezioso che arricchisce il patrimonio della biblioteca e della città – afferma la sindaca Ilaria Bugetti – Ringrazio quindi le due associazioni promotrici per quanto hanno fatto e continuano a fare con grande dedizione. Questo dimostra anche quanto la figura di Malaparte susciti ancora grande interesse ed emozione, sentimenti che meritano di essere valorizzati. E questo è l’obiettivo anche del progetto di ricerca di immagini e documenti storici della tumulazione di Malaparte che possono essere custoditi in cantine o mansarde e attraverso il coinvolgimento di tutti ricostruire il racconto di quell’evento”.
“Tutto è nato dall’acquisizione delle traduzioni fatte in Cina di Kaputt e La pelle, che abbiamo voluto far arrivare a Prato, non senza difficoltà – spiega Walter Bernardi, presidente dell’associazione Curzio Malaparte partese nel mondo – Poi è arrivata l’opportunità dell’acquisto di questa prima edizione molto preziosa, per cui abbiamo fatto una raccolta fondi insieme all’associazione Bibliofili pratesi Aldo Petri che ha riscosso un’ampia partecipazione, a testimonianza del grande amore di Prato per Curzio Malaparte, che insieme a Francesco Datini rappresenta la nostra identità storica”.
“Questa è una giornata importante per le due associazioni che si sono unite per riuscire a portare a Prato questa importante testimonianza libraria – aggiunge Antonio Mauro, presidente del Gruppo Bibliofili paratesi – Si tratta di un pezzo raro che arricchisce il patrimonio cittadino e che è molto importante anche per gli studiosi che vogliono approfondire e conoscere l’opera prima di Malaparte e la sua visione sull’Europa, con agganci molto stretti con l’attualità”.
Antonio Mauro ha inoltre proposto la realizzazione di copie anastatiche de La rivolta dei santi maledetti per permettere la consultazione a scuole ed enti culturali.
Al fine di raccogliere foto o rullini, le due volontarie dell’associazione saranno presenti in biblioteca mercoledì 19 febbraio dalle 10 alle 12; mercoledì 12 marzo e 9 aprile dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.30. Ne verrà garantita la presa in carico, dietro consegna di ricevuta, per il tempo utile a procedere alla digitalizzazione e a restituirlo al proprietario.