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PRATO – “Dammi la password del tuo cellulare, voglio controllare le tue chat”, “Mandami la foto del posto in cui ti trovi e con chi”, “Ti sei vestita solo per attirare l’attenzione”: possono sembrare frasi normali, forse anche apparire come atti d’amore, mentre invece rappresentano campanelli d’allarme- sempre più frequenti e sottovalutati – di relazioni tossiche che possono portare a soffocare la propria identità, alla sfiducia in se stessi, alla depressione e anche all’abuso.
È stato questo il tema al centro dell’incontro di stamani Io, Tu, Noi: La sottile linea di confine tra cura ed eccesso, organizzato da Pamat Prato con il patrocinio del Comune di Prato nel salone consiliare del Comune, gremito di studenti degli istituti superiori Its Tullio Buzzi, liceo scientifico statale Copernico, istituto Leonardo da Vinci, e Itc Dagomari e Datini.
Il convegno è stato promosso in occasione del 36esimo anniversario della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo per promuovere la cultura del diritto e della legalità, come fondamento del rispetto della propria e dell’altrui personalità. Hanno partecipato il filosofo Federico Boem, il sociologo Giuseppe Caputo, la pediatra e terapista relazionale Luciana Biancalani, Laura Canovai, sostituto procuratore alla procura di Prato e il subcommissario del Comune Davide Lo Castro.
I ragazzi hanno interagito con i relatori rispondendo a varie domande riguardanti la sfera personale e relazionale, con l’obiettivo di renderli creare consapevolezza per prevenire situazioni di abuso o violenza di cui sempre più spesso si legge nelle cronache. Nella settimana in cui si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne questo messaggio assume una valenza ancora più stringente.


