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PRATO – I luoghi della fede diventano spazi di incontro e di riflessione, luoghi magmatici dove si intersecano differenti linguaggi, dove si compie una osmosi fra professionisti e comunità, in una forma di antico rito collettivo, fra la festa popolare e la performance. Parliamo dell’architettura sonora per voci bianche, chitarra e flicorno soprano, che viene messo in scena, sabato 13 dicembre, alle 21, nella chiesa di Santa Maria della Pietà (ingresso libero).
Si tratta di un allestimento ideato e curato da Massimo Luconi e intitolato «Lascia sia il vento. Viaggio nel mondo poetico e spirituale di Margherita Guidacci».
Il progetto è della Diocesi di Prato, con il sostegno del Comune e vede impegnati Viola Dini, Giorgia Pruiti, Adele Taddeucci, come Voci Bianche; Francesco Santoro, alla chitarra; Mirio Cosottini, al flicorno soprano; Sandra Bedino, voce narrante.
Si tratta di un percorso di forte intensità e spiritualità dentro l’universo poetico di Margherita Guidacci, una delle voci più limpide della poesia italiana del ‘900, in cui il mistero e la bellezza della parola, in maniera alchemica, diventa teatro. Uno spazio sacrale, ma nello stesso tempo aperto a differenti influssi, democratico e sincretico fra diverse culture, dove ognuno può portare la propria sensibilità: il rifugio e anche il luogo delle risposte alla complessità del mondo.
L’allestimento, afferma Luconi, è «un percorso narrativo fra parola, canto e musica per vivere e animare la nostra “percezione silenziosa”, inclinare la testa verso i suoni per ascoltare il silenzio che è nutrimento e riflessione profonda». Alla base, c’è un’esigenza di ritornare a quel teatro della parola, che Pasolini contrapponeva al teatro della chiacchera o dell’urlo. Nella sua densa attività poetica Margherita Guidacci (1921-1992) esplora temi come il silenzio, il tempo, la solitudine, in una dimensione di forte spiritualità in simbiosi con la natura. I suoi versi evocano paesaggi toscani e momenti di attesa, ma con linguaggio preciso e evocativo per indagare la condizione umana e la ricerca interiore. Massimo Luconi come regista e autore, compie da tempo un suo personale percorso di ricerca fra poesia e spiritualità, tra spettacolo dal vivo e riflessione profonda sui grandi temi del nostro contemporaneo.
Il progetto sonoro originale, per voci bianche, chitarra e tromba, è di Mirio Cosottini, compositore e ricercatore di nuove sonorità, fra i migliori strumentisti del panorama del jazz italiano.


