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Nella chiesa di San Giovanni il convegno ‘L’Europa che tutela i minori’

Al centro del confronto tra esperti e politici il caso tristemente emblematico della comunità Il Forteto

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PRATO – Nell’ex chiesa di San Giovanni a Prato si è tenuto il convegno L’Europa che tutela i minori. Dalla sentenza della Corte Europea di Strasburgo al controllo sull’accesso dei minori alle piattaforme digitali: al centro del confronto tra esperti e politici il caso tristemente emblematico della comunità Il Forteto.

“L’evento di oggi mette in evidenza come il problema della tutela dei minori sia sempre esistito e come, talvolta, chi era chiamato a difenderli, abbia fatto esattamente il contrario. Oggi, la protezione dei diritti dei minori deve concentrarsi sulla difesa delle nuove generazioni dalle pericolose e sempre più diffuse minacce delle piattaforme digitali. È fondamentale assumere un deciso e attivo ruolo in questa cruciale battaglia per garantire un futuro più sicuro e protetto”.

Lo dichiara l’europarlamentare di Ecr Francesco Torselli, che è intervenuto all’incontro. Sul valore del convegno, è intervenuta Chiara La Porta, deputato pratese di Fratelli d’Italia e membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul Forteto.

“La conoscenza della legislazione, nazionale ed europea, relativa alla tutela e all’affidamento dei minori è importante, perché concerne temi cruciali e particolarmente delicati, sotto vari aspetti, non solo quello strettamente giudiziario. Purtroppo, la degenerazione rappresentata da un caso come quello della comunità del Forteto, rappresenta quanto sia fondamentale porre l’attenzione su quelle specifiche tematiche. Sulla setta agli ordini di Rodolfo Fiesoli, che ha agito causando danni atroci a tanti minorenni, c’è ancora da fare luce, a distanza di anni, e proprio in quest’ottica, per il raggiungimento della verità, sta lavorando la commissione d’inchiesta parlamentare della quale faccio parte”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia a Prato Tommaso Cocci, che ha moderato l’evento, ha posto l’accento sull’importanza del tenere viva l’attenzione su una storia che ha contorni ancora del tutto da definire e sulla scelta simbolica di Prato per lo svolgimento del confronto.

“La storia del Forteto è una macchia indelebile per chi, come noi, crede fermamente nel ruolo dello Stato. Questa storia che per anni è stata sotterrata in crateri di omertà ignobile, deve essere racconta in ogni angolo della nostra Regione, perché dobbiamo ricordare a tutti cosa è avvenuto. Ad oggi, non sono completamente note all’opinione pubblica le violenze indescrivibili avvenute nel tempo al Forteto, il cui nome è invece ancora associato alla sola produzione casearia. Il valore del convegno di oggi è quindi alto, proprio perché rappresenta un momento di conoscenza e diffusione, e simbolico, perché e a Prato che la setta aveva le proprie origini, dalle quali si è poi mossa indisturbata, grazie a connivenze tutte da chiarire”.

Hanno partecipato al confronto Edoardo Orlandi, avvocato penalista e criminologo, Giuseppe Aversa, portavoce del comitato minori abbandonati dallo Stato a Il Forteto e referente Care Leavers Network, Barbara Londi, avvocato penalista esperta di famiglia e minori e Ornella Galeotti, magistrato e pubblico ministero nel processo sul Forteto.

© Riproduzione riservata

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