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Un altro sogno avverato all’hospice di Prato: Cristina D’Avena in visita a una paziente

La scatola dei desideri al 'Fiore di Primavera' si è aperta nuovamente, questa volta per esaudire il desiderio di una donna con sindrome di Down 

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PRATO – Un altro sogno avverato all’hospice di Prato: Cristina D’Avena in visita a una paziente.

La Scatola dei Desideri nell’Hospice di Prato Il Fiore di Primavera si è aperta nuovamente, questa volta per esaudire il desiderio di una paziente con sindrome di Down  alla quale sarebbe piaciuto andare al concerto di Cristina d’Avena ma, date le condizioni di salute, non era in grado di parteciparvi. 

L’équipe della struttura si è attivata e, attraverso la sindaca Ilaria Bugetti ed il suo staff, è stato organizzato il contatto con l’organizzazione della cantante, che ha subito confermato la visita alla paziente. 

Cristina D’Avena si è quindi materializzata all’interno dell’Hospice e l’incontro con la paziente è stato commovente. La cantante si è complimentata con il personale per l’iniziativa.   

Ispirati dalla canzone A dream is a wish your heart makes (I sogni son desideri) pubblicata nel 1950, tratta dal film d’animazione di Walt Disney Cenerentola, gli operatori hanno allestito la stanza della paziente dove si è svolto l’incontro musicale.  

L’equipe ringrazia sentitamente la sindaca Bugetti; all’incontro ha partecipato il presidente del consiglio comunale di Prato Lorenzo Tinagli e l’organizzatore del Settembre pratese che aveva fatto da tramite tra lo staff della cantante D’Avena e l’Hospice. 

Quando Cristina D’Avena se n’è andata il padre della paziente ha detto: “Grazie, la mia piccola era da anni che non rideva in quel modo”. 

L’hospice Il Fiore di Primavera è diretto dalla dottoressa Sabrina Pientini (Ufs cure palliative hospice Prato-Pistoia) con il coordinamento infermieristico della dottoressa Claudia Lilli, entrambe presenti all’iniziativa. 

Hanno dichiarato la dottoressa Monica Chiti, direttore infermieristico di Prato e il dottor Paolo Zoppi, Direttore del Dipartimento Infermieristico e ostetrico aziendale: “Umanizzare le cure significa utilizzare un linguaggio universale che tiene conto dei bisogni e dei desideri delle persone non dimenticando che in condizioni di particolare fragilità l’umanizzazione è tempo di cura. Ringrazio tutti i colleghi infermieri, la coordinatrice e il personale oss per aver compreso e agito un significativo cambiamento nella cura dei pazienti ricoverati in Hospice riportando gioia in luoghi dove le esperienze di ogni paziente, dei loro cari e di tutti coloro che se ne prendono cura arricchiscono il cuore”. 

© Riproduzione riservata

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