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PRATO – Presenze turistiche, Prato è fanalino di coda in Toscana e scatta il campanello d’allarme fra le categoria.
“Prato è in fondo alla classifica toscana relativa alla crescita delle presenze turistiche. Uno scenario che desta profonda preoccupazione e dimostra la carenza di un progetto adeguato. È chiaro quindi come la realizzazione della Destination Marketing Organization diventi sempre più urgente”. A dirlo è il direttore di Confcommercio, Tiziano Tempestini, nel commentare quanto emerge dall’ultimo rapporto stilato da Irpet sul turismo in Toscana.
Il report confronta la situazione delle presenze nel 2023 con l’anno precedente e con l’era pre-covid, il 2019. In questo senso, l’ambito turistico di Prato e della Val Bisenzio raccoglie il terzo peggior risultato regionale (su 28 ambiti presi in esame) nel rapporto con il 2019, con un – 7%.
Rispetto al 2022, invece, l’ambito registra una crescita pari al + 19,5%: un risultato apprezzabile, ma che si colloca nella media regionale.
Il segno resta negativo anche guardando alla variazione delle presenze turistiche nel primo trimestre 2024, a confronto con lo stesso periodo 2019, mentre il confronto con i primi tre mesi del 2023 restituisce un incremento contenuto sotto al 10%. Variazioni percentuali che, unite ai bassi numeri in termini di presenze assolute, determinano una situazione di difficoltà autentica.
“Parliamo di uno scenario – commenta Tempestini – che mette in evidenza come il territorio sia ancora carente di una progettualità efficace per la destinazione. La più urgente politica che possiamo attivare, rispetto alla quale la nuova Giunta ha assunto impegni precisi, è la concretizzazione di una Dmo che si occupi di attrarre e gestire flussi qualificati con un approccio manageriale. Alla luce della preoccupante situazione, confermata dal rapporto Irpet, la realizzazione di questa struttura diventa un passaggio prioritario”.
“Prato – conclude il direttore – non può permettersi oltre di rimanere relegata a destinazione di secondo piano. Questo cambio di paradigma, da luogo che sta fuori dalle mappe turistiche a destinazione appetibile, deve dunque essere costruito in modo irrimandabile. In gioco c’è il nostro posizionamento competitivo in Toscana e, quindi, il benessere socio-economico dell’intero territorio”.
Che lo scenario desti preoccupazione legittima lo dicono anche le strutture. “Lavoriamo esclusivamente con il segmento business – dice l’albergatrice Katia Malinconi – quindi la nostra resta una prospettiva limitata a questo orizzonte”.
La collega Roberta Risaliti aggiunge: “Oggi abbiamo occupata soltanto metà della capienza, perché è agosto e ci rapportiamo prevalentemente con gruppi di studenti e lavoratori. È sufficiente, ma si potrebbe crescere. Ad agosto, visto lo scenario, chiuderemo direttamente per qualche giorno”.
Infine Paolo Guerrieri conferma: “Registriamo un netto calo rispetto al 2019 e anche con riferimento all’anno scorso. A luglio abbiamo lavorato specialmente grazie ai matrimoni e agli ultimi scampoli del turismo business, prima delle ferie. C’è stata un’inversione di tendenza totale, i turisti leisure non si vedono quasi più ed è chiaro come sia urgente una politica che valorizzi davvero il territorio all’esterno, puntando su eventi di qualità ed una comunicazione adeguata”.