|
Getting your Trinity Audio player ready...
|
PRATO – “A Prato ci sono persone che ogni giorno, nelle associazioni, nei gruppi e nelle rappresentanze, intavolano confronti con i marchi della moda per riconoscere il giusto valore alla filiera del tessile, cercando di contrastare la concorrenza sleale e lo sfruttamento. E poi ci sono i Sudd Cobas, che con metodi a dir poco discutibili vanificano tutti questi sforzi. Il loro slogan, “Non cambiare fabbrica, cambia il sistema”, oltre ad essere vacuo e populista è anche dannoso”.
E’ la provocazione di Gianluca Banchelli, candidato al consiglio regionale per Fratelli d’Italia, in merito al presidio davanti alla sede della Provincia messo in atto dagli esponenti del sindacato.
“I Sudd Cobas sono dannosi per il distretto tessile nella stessa misura in cui lo erano quei primi imprenditori che arrivarono a Prato dalla Cina trent’anni fa, e che non rispettavano le leggi – ha aggiunto – i Sudd Cobas non conoscono la storia di Prato, né il suo tessuto sociale: hanno trovato terreno fertile nella situazione creata dalle amministrazioni di sinistra. Non ho peraltro mai sentito nessuno del centrosinistra prendere distanze dai loro metodi, che di fatto screditano la CGIL ed i sindacati tradizionali”.
E su queste basi, Banchelli chiude con un’altra provocazione. “L’interesse comune deve essere quello della trasparenza e del contrasto all’illegalità, ovviamente. Ma non è facendo chiudere le imprese di un settore in cui le aziende più piccole contano anche i centesimi per la sopravvivenza, danneggiate dalla concorrenza illegale dilagante, che si raggiungono questi obiettivi – ha concluso Banchelli – facile prendersela micro-aziende che spesso hanno 10 o 15 dipendenti e con imprenditori che spesso mettono in gioco tutto il loro patrimonio. Vadano ad occupare la sede di una multinazionale o un’azienda in uno dei Paesi d’origine degli operai se ne hanno il coraggio”.


