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Chiusa l’inchiesta diocesana per accertare la fama di santità di Renzo Buricchi

Era noto come 'il tabaccaio di Prato': la sua vita di fede e vicinanza a Dio è stata raccontata da trentaquattro testimonianze

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PRATO – Con l’apposizione della cera lacca e del sigillo vescovile impresso da monsignor Giovanni Nerbini su testimonianze e documenti, si è chiusa l’inchiesta diocesana per accertare la fama di santità di Renzo Buricchi.

Ieri pomeriggio (5 ottobre), nella sala capitolare di San Domenico si è tenuta l’ultima sessione del tribunale istruito dal vescovo Nerbini con il compito di ascoltare testimoni e raccogliere scritti e documenti relativi alla vita di quello che viene comunemente chiamato il Tabaccaio di Prato. Per oltre trent’anni infatti aveva gestito un bar in piazza del Comune, ma accanto al volto pubblico di un uomo che aveva sempre una buona parola per tutti mentre preparava un caffè, c’era quello del mistico, del teologo della natura e della preghiera come mezzo per arrivare a Dio Padre. Soltanto sedici anni dopo la sua morte, avvenuta il 6 ottobre 1983, con il libro Un cipresso per maestro, scritto dal ‘discepolo’ Marcello Pierucci, venne alla luce la sua storia di avvicinamento a Dio e di testimonianza di fede.

“Papa Francesco, con quella capacità di sintesi che aveva, li chiamava i santi della porta accanto, Renzo è stato uno di questi – commenta il vescovo Giovanni Nerbini – una di quelle persone che portano dentro di sé una grande ricchezza spirituale e umana. Dopo averla scoperta, abbiamo deciso di affidare alla Chiesa un giudizio definitivo, sapendo comunque che ciò che è stato rimane un grande patrimonio per noi e per tutti coloro che ne vogliono godere”

Il postulatore della causa, don Alessandro Andreini, ha annunciato che l’inchiesta, durata tre anni, ha portato alla raccolta di 1950 pagine di materiale documentale su Renzo Buricchi, la cui vita è stata raccontata da trentaquattro testimonianze. I testi sono stati stampati in triplice copia e inseriti in tre scatole: due andranno a Roma, al Dicastero per le cause dei santi, e una rimarrà nell’archivio diocesano di Prato. Il ‘portitore’, l’incaricato di far avere tutto il materiale al Dicastero vaticano è don Andreini, mentre il nuovo postulatore della causa sarà don Gildas Vegan, grande studioso di Buricchi. L’ultimo atto del tribunale, la cui sessione finale è stata aperta al pubblico, ha visto il giuramento dei componenti, che hanno attestato la validità di tutte procedure compiute. Questa la composizione: il presidente era il canonista don Marek Sygut, il notaio Stefano Attucci, il promotore di giustizia era il canonista don Daniele Rialti. Una volta riempiti con i documenti, i tre scatoloni sono stati chiusi e sigillati dal vescovo Giovanni Nerbini.

Tra i vari documenti raccolti in questi tre anni di lavoro ci sono molti testi inediti, frutto della ricerca compiuta dai collaboratori del tribunale diocesano. Tra questi è stata annunciata una lettera inviata da Buricchi al sindaco di Firenze Giorgio La Pira. 2C’è ancora molto da studiare e da conoscere, continueremo a farlo”, afferma don Andreini. Intanto è stato presentato un ciclo di incontri sulla spiritualità di Buricchi, intitolato Un nuovo modo di essere. Primo appuntamento sarà sabato 8 novembre con la relazione di don Alessandro Andreini, su semi di pace e di speranza. Gli incontri si tengono alla Capanna dei Piccoli Cerchi, in via della Pecora 5 a Empoli, dalle 16 alle 18,30 e si concludono con la celebrazione della messa prefestiva.

© Riproduzione riservata

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