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Commissione antimafia in visita a Prato, Ardita: “Uno specchietto per le allodole”

Il commissario di polizia in quiescenza ed ex segretario Idv: "Ci vorrebbero far credere che per certificare la presenza della criminalità serve la presenz ain città"

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PRATO – Gravi fatti di cronaca a Prato, riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Salvo Ardita, commissario della Polizia di Stato in quiescenza, ex responsabile della prima sezione della Squadra Mobile di Prato per la criminalità organizzata italiana e straniera, ex dirigente sindacale della Polizia di Stato, ex segretario provinciale dell’Italia dei Valori di Prato.

“Come si può tacere – dice – quando in modo eccessivamente invasivo si ostentano atteggiamenti che manifestano inutilità sostenuti incredibilmente dalla soddisfazione di tanti cittadini appannati dalla propaganda? Nutro dubbi che ciò possa dare prestigio alla città, forse danneggia la società che in essa vive e che disperatamente spera, spesso illudendosi, in un mondo migliore caratterizzato da amministratori intenti ad armonizzare le relazioni sociali attraverso l’impegno in temi concreti. Purtroppo non è così allorché apprendiamo che il consiglio comunale pratese ha impegnato la propria attività per togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini, a cento anni dalla morte, personaggio su cui giustamente la storia ne ha segnato il demerito umano e politico.  Occorrerebbe però spiegare ai cittadini, spesso incensati da inutili nuvole propagandistiche, come si può togliere la cittadinanza onoraria ad una persona deceduta sapendo che essa decade con la morte. Con le stesse modalità assistiamo all’atteggiamento utilizzato dalla politica per far fronte alla lotta nei confronti del crimine organizzato. Una annosa passerella di politici, per ultimo quella della commissione antimafia, venuta più volte a Prato per accertare l’esistenza della presenza di organizzazioni criminali, come se queste fossero immobili da visionare, analizzare, certificare”.  

“Ma i cittadini, inutilmente entusiasti, evidentemente non sanno che quotidianamente la Questura informa il prefetto con il mattinale, trimestralmente viene effettuata la statistica al ministero dell’interno, semestralmente gli uffici investigativi tracciano le dinamiche di illegalità del comprensorio, la Dia (direzione investigativa antimafia) regionale effettua la disamina delle organizzazioni criminali semestralmente e annualmente la Dna (direzione nazionale antimafia) relaziona sulle dinamiche criminali d’Italia per ciascun comprensorio. Viene anche redatto un libro del ministero a tal proposito consegnato agli uffici preposti. Gli atti sono tutti lì, a Roma, città dove ha sede la commissione antimafia. E invece costoro ci vorrebbero far capire che era più volte necessario venire a Prato per certificare la presenza di organizzazioni criminali sul territorio. Lo specchio per le allodole è uno strumento formato da tante palette ricoperte da frammenti di vetro, che girano e giranoe illuminate dal sole consentono la cattura delle allodole nella rete dei cacciatori”. 

“Questo strumento, proprio perché assai pericolosamente proficuo, è infatti vietato dalla legge – conclude Ardita – e so bene che sogno quando spero che allo stesso modo tanti cittadini di buon senso sapranno scegliere, prima o poi, di ignorare questo inutile e subculturale processo propagandistico, chiedendone la trasformazione nella legge della ragione e del fare”.

© Riproduzione riservata

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