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PRATO – “Le parole dell’onorevole Mazzetti creano solo confusione e rischiano di offendere la memoria collettiva della nostra città. Non si può mettere sullo stesso piano chi scelse di stare dalla parte della libertà, lottando e pagando con la vita, e chi fu strumento di oppressione e di violenza”.
Lo dice Marta Logli, componente della direzione nazionale del Partito Democratico, che commenta la proposta lanciata dall’onorevole di Forza Italia, Erica Mazzetti di ricordare le vittime dell’eccidio del Castello dell’Imperatore avvenuto il 7 settembre 1944 – giorno successivo all’impiccagione di 29 partigiani a Figline – quando furono uccisi diversi fascisti e sedicenti tali.
“Mazzetti – prosegue Logli – quando dice di ‘volere superare insieme le cicatrici della storia’ con una messa lancia un messaggio fuorviante, perché l’unico vaccino politico che abbiamo contro il fascismo è la storia, la conoscenza dei fatti. Ne esiste uno fondamentale che deve essere ricordato: la Corte di assise di primo grado del Tribunale di Firenze – con sentenza del 27 marzo 1953 – condannò Marcello Tofani, detto Tantana, per la sua azione omicida. È questa condanna a rendere da tempo ricucite quelle ferite cui oggi pare richiamarsi in modo strumentale Mazzetti, perché la giustizia del nostro Stato, quello democratico e laico nato dopo la dittatura fascista e l’occupazione nazista, seppe riconoscere immediatamente la colpevolezza e punirla secondo la legge. La Resistenza ha riconsegnato al paese la democrazia e la Costituzione, ricordarlo è un dovere civico e istituzionale”.
“Per questo oggi è ancora più importante continuare a sostenere, anche nelle scuole e nei nostri territori, quelle associazioni e quelle realtà che da anni lavorano per tramandare la memoria e la coscienza storica alle nuove generazioni. Non dimentichiamo che il governo Meloni, proprio nell’anno in cui corre l’80esimo anniversario della Liberazione d’Italia dal regime nazi-fascista, ha disposto di tagliare i fondi alle associazioni dei perseguitati politici antifascisti e a quelle degli ex deportati nei campi nazisti, così esponendole al rischio concreto della chiusura, per mancanza di risorse: realtà che da anni lavorano per tramandare la memoria alle nuove generazioni attraverso la conoscenza della storia.”
“La verità storica non può essere piegata a convenienze di parte. Lo dimostra anche la scarsa partecipazione degli esponenti della destra locale alle celebrazioni del 6 settembre a Figline. La memoria non può essere usata a intermittenza o per provocare. Non tutti stettero dalla parte giusta della storia. E questo, a Prato come in Italia, non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo, perché l’Italia nasce dalla Resistenza al fascismo e al nazismo” conclude l’esponente del Pd.


