PRATO – È destinato a diventare un caso politico quello dei ricatti e dell’affiliazione alla massoneria dell’ex capogruppo di Fratelli d’Italia e candidato alle regionali a Prato, Tommaso Cocci.
Cocci sarebbe stato oggetto di una campagna di ricatti e diffamazioni che hanno avuto eco in questi giorni. Nei mesi scorsi avrebbe infatti ricevuto lettere anonime contenenti minacce, foto intime e accuse infamanti.
In risposta, Cocci ha presentato denuncia alla Digos e ha parlato di una possibile trappola online: “Una sciocchezza che non mi fa desistere”, ha dichiarato.
Ha confermato, però, di essere iscritto alla loggia massonica Sagittario, di cui era stato segretario, ma si è autosospeso nel giugno scorso.
Ma la vicenda ha scatenato la reazione del centrosinistra locale, a trazione Pd.
“Da mesi Fratelli d’Italia si erge a custode di moralità e trasparenza. Oggi però emergono ombre pesantissime: iscrizioni a logge massoniche, lettere anonime e metodi delinquenziali. È l’ennesima dimostrazione della loro ipocrisia e della doppia morale con cui operano. Tomasi, La Porta, Cocci e Donzelli pensano di conquistare Prato e la Toscana attraverso il fango, che come vediamo poi si ritorce contro. Prato e la Toscana meritano di meglio rispetto a questo spettacolo”. È il commento segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi.
“La questione dell’affiliazione di Tommaso Cocci alla loggia massonica Sagittario, la stessa di Matteini Bresci, impone una riflessione seria sui principi di trasparenza che devono guidare chi intende amministrare la cosa pubblica. La massoneria, come ho detto all’indomani dell’inchiesta della procura di Firenze, è incompatibile con l’impegno politico amministrativo. Chi ricopre ruoli nelle istituzioni deve avere come unico riferimento il mandato popolare e la massima trasparenza verso i cittadini. Non possono esistere fedeltà parallele o appartenenze riservate quando si è chiamati a servire la comunità“. Lo dichiara Marco Biagioni, segretario del Pd Prato.
“Mi chiedo perché Tommaso Cocci non abbia avuto l’onestà intellettuale di dichiarare fin da subito la sua appartenenza alla loggia e perché i fratelli e le sorelle d’Italia, a cominciare dall’onorevole Chiara La Porta, se ne erano a conoscenza, abbiano taciuto e coperto questa notizia così a lungo. Dopo mesi di campagne d’odio contro il Pd, portate avanti proprio da La Porta e Cocci, adesso scopriamo che l’ex capogruppo di FdI in consiglio comunale e attuale candidato alle regionali ha ricoperto ruoli di primo piano nella loggia attenzionata dalla procura. Lo conferma lui stesso a un giornale nazionale”.
“La verità è che siamo di fronte a un partito con una doppia morale: attacca gli avversari quando il problema ce l’ha tutto in casa. Questa è la destra che intende governare Prato e la Toscana, una destra che cavalca il tema della legalità e della trasparenza solo quando fa comodo. Su tutte le altre questioni, che fino a prova contraria attengono alla sfera privata e personale di Tommaso Cocci, non intendo dire una sola parola perché credo che si sia di fronte a un ignobile caso di ricatto e di revenge porn. Un fenomeno inaccettabile che rappresenta una forma di violenza intollerabile che deve essere punita con fermezza. Spero che le forze di polizia e la magistratura su questo facciano chiarezza, innanzitutto a tutela dello stesso Tommaso Cocci”.