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“È questa la città che vogliamo? A Paperino, alla Querce, in altri luoghi cittadini si stanno concretizzando alcuni progetti che hanno in sé una visione che non sembra recuperare la città in quanto tale, ma semmai un’idea di sviluppo che dovremo contrastare”. A parlare per Rifondazione Comunista sono Sandro Bigagli e Paola Battaglieri.
“I cittadini se ne accorgono sempre dopo perché i passaggi della cosiddetta partecipazione sembrano più d’apparenza che di sostanza – prosegue la nota – Vale semplicemente la legalità e non l’opportunità e la discussione su progetti che tendono cementificare sempre di più. Prato negli ultimi venticinque anni almeno non è diventata una città migliore sia sotto il profilo urbanistico che architettonico. I problemi sono sotto gli occhi di tutti. La colpa è della politica, inutile nasconderselo. La colpa proviene dall’intervento mostro della multisala, dalle scelte fatte in seguito fino al capannone di Paperino che oggi vediamo apparire sui giornali. Non si è invertita la tendenza antica della città fabbrica, tutto ancora oggi è al servizio dell’economia produttiva come un tempo, anche se si produce sempre meno e se la ricchezza prodotta è redistribuita sempre peggio. La domanda del titolo va pertanto ripetuta: È questa la città che vogliamo?”.
“Noi diciamo no, non è così che possiamo interpretare il futuro della nostra città – conclude la nota – Un ammasso di cemento per lo più speculativo che uccide il territorio e che non crea ricchezza. Inoltre se pensiamo alle infrastrutture che andranno a pesare sulla città, come il nuovo aeroporto di Peretola e il raddoppio dell’autostrada, vediamo una città supina a interessi che non sono quelli della città. Sulla base di questi ragionamenti cercheremo nel futuro prossimo di attivare l’attenzione su questi problemi perché ci stanno condannando a vivere in una città che rappresenta sempre più servitù nei confronti di una politica che non lo merita e di una economia fatta sempre più da poche persone”.


