Getting your Trinity Audio player ready...
|
PRATO – Sanità pubblica, approvato in Consiglio comunale un ordine del giorno in cui si chiede al governo di integrare le risorse del Fondo sanitario nazionale alla luce delle inadeguate previsioni contenute nel Def 2023. Il documento chiede anche di approvare, in prospettiva, una specifica normativa che preveda, per ogni anno, la destinazione di una percentuale fissa di risorse non inferiore al 7,5 per cento del Pil.
“Il governo Meloni – afferma Monia Faltoni, capogruppo Pd in Consiglio comunale – con i numeri fa maquillage: annuncia 4 miliardi, ma non spiega che 2 miliardi sono della precedente finanziaria 2023. Il resto viene eroso dall’inflazione, dai costi energetici, dagli accantonamenti per gli aumenti contrattuali e, soprattutto, dalle risorse destinate alla sanità privata per smaltire le liste di attesa, anziché investire nel pubblico per assumere nuovo personale”.
“Il Partito democratico e le forze di maggioranza – continua Faltoni – sono compatti nel dire che è fondamentale garantire un sistema sanitario che sia realmente accessibile a tutti, indipendentemente dalle risorse economiche di ciascuno. Non solo, abbiamo anche sottolineato l’esigenza di rimuovere i vincoli che limitano l’efficacia del sistema sanitario, come il tetto di spesa per il personale. È necessario un piano straordinario di assunzioni per affrontare le attuali criticità e migliorare l’efficienza del servizio”.
“Il nostro ordine del giorno – continua la capogruppo Pd – richiede inoltre adeguate risorse per lo sviluppo della sanità territoriale, in particolare per le case e gli ospedali di comunità, fondamentali per potenziare l’assistenza sanitaria di prossimità e ridurre le liste di attesa”.
“Sul personale, il governo tace il fatto di aver reintrodotto il blocco del turnover al 75 per cento, che equivale a un blocco totale delle assunzioni. Questa norma feroce – conclude Faltoni – impedisce di reintegrare i pensionamenti al 100 per cento e avrà effetti disastrosi ovunque, nella sanità e nei comuni come il nostro. In questo modo si spingono i cittadini verso la sanità privata, a vantaggio di chi può permettersi visite ed esami, e a totale svantaggio delle fasce più povere e fragili, che sempre più rinunciano a curarsi”.