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PRATO – Sandra Bolognesi, responsabile scuola del Pd di Prato interviene sul tema della formazione.
“Dopo alcuni anni di rallentamento dovuto alla pandemia – dice – le scuole pratesi registrano una crescita significativa negli arrivi di studenti cinesi per ricongiungimento familiare. Un fenomeno che amplifica le difficoltà già evidenziate da docenti ed esponenti politici di diverso orientamento. Il problema si manifesta con particolare intensità nell’inserimento di preadolescenti e adolescenti. Le scuole secondarie vivono una situazione critica: nonostante il calo demografico che ha alleggerito le classi dell’infanzia e della primaria, si trovano ancora a gestire numeri elevati di nuovi iscritti senza risorse adeguate. Per frequentare con successo questi percorsi formativi servono competenze linguistiche solide che vadano oltre il livello A2. Una necessità che richiede un incremento sostanziale di docenti specializzati e mediatori culturali”.
“La scuola non appartiene a nessuna parte politica ma necessita di interventi concreti e coordinati – prosegue – Il ministero ha una grande responsabilità perché deve garantire l’assegnazione dei docenti necessari. Oggi su un fabbisogno stimato di circa 200 insegnanti ne sono stati assegnati solo 26. Di questi, 18 sono stati sottratti ad altre discipline. L’applicazione della normativa specifica si è rivelata approssimativa da parte del Ministero e priva di sistematicità. L’anno scorso si è registrata l’assenza totale di circolari ministeriali per il monitoraggio linguistico. Mancano criteri trasparenti per l’assegnazione delle risorse destinate agli interventi curricolari ed extracurricolari. Non esistono indicazioni su come inserire questi docenti nelle classi né sul loro ruolo nella programmazione e nella valutazione degli studenti”.
“Senza una linea chiara e precisa da parte del Ministero, Comune e istituti scolastici cercano di fare la loro parte al meglio, dando organicità al lavoro dei docenti di italiano per stranieri – conclude Bolognesi – Il Comune inoltre deve poter destinare risorse per i mediatori e non dover ancora supplire alle carenze di docenti. La sfida di Prato è quella dell’integrazione. Non può esistere vera integrazione senza padronanza linguistica condivisa. Il lavoro che ci attende è impegnativo. Lo avevamo delineato nell’aprile 2024 nel convegno ‘La parola fa cittadinanza’. In quella sede avevamo presentato ai deputati del Pd e alla città una proposta articolata in dieci punti che è arrivata fino al ministro. Una sfida che richiede interventi strutturali. Dagli asili nido universali al potenziamento dei Cpia per l’istruzione degli adulti. Servono spazi di aggregazione extrascolastici e strumenti innovativi per superare la concentrazione degli alunni migranti in alcune scuole. Nell’immediato e per il prossimo anno scolastico è indispensabile garantire nelle scuole un numero adeguato di docenti di italiano”.


