Sicurezza al pronto soccorso di Prato, Rifondazione: “Basta richiami all’ordine, servono investimenti”

PRATO – “Le dichiarazioni della sindaca Bugetti sulla mancanza di sicurezza nel pronto soccorso pratese ci fanno pensare a qualcosa di dovuto che in realtà non prende le misure per risolvere il problema. Questo è anche naturale rispetto alle prerogative sulla sicurezza in generale che ha la figura istituzionale, ma sarebbe stato più opportuno convocare o farsi convocare dal Prefetto o dal Questore perché prendessero nel modo più serio possibile il problema, per la tutela dei malati e degli operatori che si ritrovano a fare i conti con situazioni di alto grado di violenza”. La pensa così Rifondazione Comunista di Prato.

“Riteniamo del tutto superfluo – dice il partito – il richiamo al governo nazionale che da sempre non risolve la mancanza di organici delle forze dell’ordine in una città come la nostra. Inoltre tale richiamo non fa i conti con il fatto che il pronto soccorso dell’ospedale continua a essere l’unico luogo, o quasi, di intervento sanitario immediato per ogni tipo di patologia, dal ginocchio sbucciato alla patologia psichiatrica”.

“Su questo dovremmo sentirci dire qualcosa di più puntuale, perché sono decenni che andiamo avanti con la storia del sottodimensionamento del pronto soccorso e delle mancanze di strutture alternative disposte su tutto il territorio provinciale che non sono state fatte o che sono ancora del tutto insufficienti rispetto alle esigenze reali – prosegue – Pensiamo pertanto che non possono essere i richiami “securitari” che assomigliano spesso a posizioni di comodo da scaricabarile che andavano tanto di moda a destra. Destra che quando governa ama farsi le foto con le forze dell’ordine ma che alla fine non si preoccupa realmente dei territori. Sappiamo tutti che per risolvere i problemi della sanità pubblica, compresi i problemi non più rimandabili della sicurezza, si deve mettere mano a una serie di interventi che con i tagli alla sanità sono diventati impossibili, come d’altronde moltissime prestazioni che debbono essere praticate dai cittadini nel settore privato. Mai come in questo caso la salute e la sicurezza sono andate di pari passo. Torniamo a investire nella sanità pubblica e smettiamo di tagliare fondi a favore dei privati”.