Getting your Trinity Audio player ready...
|
PRATO – Ancora problemi nel carcere di Prato dove un detenuto ha aggredito un poliziotto.
A dare la notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria per voce del segretario della Toscana Francesco Oliviero. “Non si placano le aggressioni al personale di polizia penitenziaria nella casa circondariale di Prato: nella mattinata di domenica 15, a seguito di un acceso diverbio avvenuto tra alcuni detenuti già noti per episodi che hanno compromesso l’ordine e la sicurezza, un ispettore di polizia penitenziaria, accorso sul posto con l’intento di riappacificare gli animi e riportare l’ordine all’interno della sezione detentiva, è stato inspiegabilmente colpito da un detenuto con una macchinetta del caffè al volto. Solo dopo l’intervento di altro personale in servizio la situazione è stata riportata alla normalità”.
“Per l’ispettore – spiega Oliviero – è stato necessario il trasporto al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, con una prognosi di sette giorni, riportando contusioni multiple alla mandibola ed un taglio sotto al mento”.
“È da troppo tempo che segnaliamo l’immotivata aggressività di questi soggetti nei confronti del personale di Polizia penitenziaria – denuncia il sindacalista – A questo punto non ci resta che pensare che l’amministrazione penitenziaria non è capace di tutelare il personale amministrato. Lo rivendichiamo da troppo tempo: a Prato servono mezzi, uomini ed interventi strutturali, ma ad oggi nulla e stato fatto”.
“Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, è oscuro e non subirà la stessa sorte, non comparirà sulle pagine dei giornali né in televisione, non farà notizia – commenta Donato Capece, segretario generale del primo sindacato della Polizia Penitenziaria – Per questo è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Perugia ma anche per tutte le altre strutture detentive umbre. Il Corpo di polizia penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere”.