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PRATO – “La sopraffazione economica è la matrigna di tutte le violenze”. Parole forti quelle utilizzate da Ivana Maria De Michele, del Comitato Pari Opportunità nazionale dell’Ordine dei Commercialisti al convegno su Il ruolo del denaro nella violenza economica, promosso – al Palazzo delle Professioni – dai Comitati Pari opportunità degli Ordini pratesi dei commercialisti e degli avvocati, dal Centro antiviolenza La Nara e dalla Fondazione finanza etica.
“Prato si conferma un avamposto e un presidio per il contrasto alla violenza di genere, questa iniziativa ha dato la misura di quanto sia importante l’esistenza di una rete dove lavorino insieme i diversi ordini professionali, i centri antiviolenza e le istituzioni, per combattere la sopraffazione ma anche per prevenirla con iniziative formative rivolte alle ragazze e ai ragazzi”, sottolinea Paola Santoni, presidente del Comitato Pari Opportunità (Cpo) dei Commercialisti che con Gianna Rindi e Irene Cecchi, presidente del Cpo dell’Ordine degli Avvocati ha coordinato l’iniziativa. Un confronto a tutto campo che ha messo in luce l’obiettivo di un’azione di rete. Sono intervenuti Michele De Tavonatti, presidente del Cpo nazionale dell’Ordine dei commercialisti, Maria Logli, assessora alle pari opportunità del Comune di Prato, Filippo Ravone e Marco Barone, presidenti degli Ordini pratesi dei commercialisti e degli avvocati, l’avvocata Cristina Moschini e Barbara Setti della Fondazione Banca Etica che sottolineato quanto sia rilevante la formazione del personale bancario per accompagnare una corretta informazione finanziaria delle donne, spesso vittime inconsapevoli dei compagni abusanti.
“Sono 23mila le donne che in Italia, nel 2023, si sono rivolte a un Centro antiviolenza, di queste 1 su 3 ha subito violenza economica“, ha ricordato Francesca Ranaldi, responsabile de La Nara.
“La violenza economica è la matrigna di tutte le violenze perché poi porta alla violenza fisica, alla violenza psicologica, alla violenza digitale – ha messo in evidenza De Michele – noi cerchiamo di combatterla facendo fronte comune con tutti gli altri ordini professionali e le istituzioni. È un problema che va affrontato con rigore da un punto di vista normativo e repressivo ma anche con una corretta educazione finanziaria e sentimentale delle ragazze e dei ragazzi”.
Autonomia economica e autonomia lavorativa sono strettamente correlate nello scenario della violenza di genere. I numeri di Prato dicono che, nel 2024, su 508 donne che sul territorio provinciale si sono rivolte agli sportelli de La Nara solo 246 (48,4%) erano occupate, mentre 85 avevano lavoro precario e 94 risultavano disoccupate.
“Uno dei ricatti più grandi perpetrato nei confronti delle donne vittime di violenza è quello di farle credere incapaci poter far fronte alle proprie necessità e a quelle dei figli: non ce la potrai fare, è la frase che ricorre nei contesti di sopraffazione – ha sottolineato Ranaldi – per questo, insieme, dobbiamo lavorare per l’indipendenza attivando tutti gli strumenti che ci sono a disposizione, dal fondo della Regione Toscana per l’autonomia lavorativa ai progetti territoriali che ci permettono di dare un aiuto economico reale alle vittime di violenza”.