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Endometriosi, l’attrice Chiara Martegiani ospite speciale a Prato per sensibilizzare sul tema

È la protagonista della serie tv Antonia in onda su Prime. Soddisfazione anche dall'opposizione per l'evento organizzato

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PRATO – “Dici che stai male e ti dicono che esageri, dici che non esageri e ti dicono che hai la soglia del dolore bassa… Poi scopri che hai una malattia e allora ti dicono che gli dispiace? No, dicono che sono tutte pippe mentali di voi donne moderne… Non so come, ma è sempre colpa tua, perchè sei stressata, perchè mangi male, perchè dormi poco…”. In tantissime si saranno ritrovate in questa scena della serie tv Antonia, ora in onda su Amazon Prime Video, in cui la protagonista è dal terapeuta per parlare della malatta che le condiziona la vita in ogni suo aspetto, dal lavoro agli amici e al partner: l’endometriosi.

E a questo tema finora poco conosciuto e dibattuto è stata dedicata oggi nel salone consiliare una seduta speciale della commissione consiliare 5, Giornata Mondiale dell’endometriosi, parliamone insieme, con un’ospite ancora più speciale: l’attrice Chiara Martegiani, protagonista e ideatrice della serie tv Antonia, un dramedy incentrato su un male debilitante, in cui Chiara Martegiani ha raccontato la proria esperienza personale. La protagonista, all’età di 33 anni, scopre di avere  l’endometriosi, malattia cronica invalidante femminile spesso diagnosticata solo dopo molti anni di dolori lancinanti. Come se non bastasse, chi ne soffre non deve convivere solo con il malessere fisico, ma anche con medici scettici, giudizi, pregiudizi, colpevolizzazioni e mobbing: “Fino a pochi anni fa si parlava pochissimo del problema dell’endometriosi, nonostante che riguardi tante donne, e ho deciso di creare il personaggio di Antonia anche come occasione di fare un salto in avanti, capire meglio se stesse attraverso la malattia e sensibilizzare al tempo stesso su una tematica così diffusa“, ha detto Martegiani.

Molto ampia la partecipazione all’evento, a cui hanno preso parte la sindaca Ilaria Bugetti, la dottoressa Lisa Scatena, direttrice della struttura di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santo Stefano, la dottoressa Eleonora Di Gangi, ginecologa responsabile dell’ambulatorio endometriosi dell’ospedale Santo Stefano, e Lorena Paganelli,  direttrice della Società della Salute Area Pratese: “Ringrazio Chiara Martegiani per essere riuscita a raccontare il disagio che molte donne vivono e per il quale esiste un sistema di aiuto e sostegno – afferma la sindaca Bugetti – Quello di oggi è il primo di una serie di incontri che intendiamo promuovere per la medicina di genere e per le problematiche che le donne affrontano e che possono essere affrontate e condivise anche dagli uomini con l’obiettivo di arrivare insieme a comprendersi meglio”.

Sul tema anche Claudiu Stanasel, vicepresidente del consiglio comunale di Prato e capogruppo della Lega.

“Quando lo scorso luglio – dice – ho presentato in consiglio comunale una mozione per chiedere un maggiore impegno nella sensibilizzazione e nel supporto alle donne affette da endometriosi, l’obiettivo era chiaro: rompere il silenzio su una malattia cronica invalidante che colpisce milioni di donne, spesso lasciate sole ad affrontare un percorso lungo e difficile. Ho chiesto che il Comune si facesse promotore di campagne informative e che si lavorasse per ottenere, a livello regionale, un osservatorio e un registro sulla patologia. Ringrazio le colleghe Rita Pieri e Rossella Risaliti per il prezioso supporto in questo lavoro istituzionale congiunto, che ha permesso di portare questo tema all’attenzione del consiglio comunale. Spero che questo evento odierno sia il primo passo verso il risultato concreto da noi proposto e richiesto”.
“Intanto, a livello nazionale – conclude – questo governo ha compiuto importanti passi avanti, riconoscendo l’endometriosi come malattia cronica invalidante e destinando risorse alla ricerca e al miglioramento delle cure. Tuttavia, il percorso è ancora lungo: troppe donne ricevono una diagnosi tardiva, troppe incontrano difficoltà nell’accesso alle cure, troppe non vedono ancora riconosciuti i loro diritti. Il mio impegno su questo tema non si ferma qui. Continuerò a lavorare affinché l’endometriosi venga affrontata con la serietà che merita, garantendo alle donne colpite da questa malattia il supporto e l’attenzione di cui hanno bisogno”.

© Riproduzione riservata

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