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PRATO – Si infiamma il dibattito a Prato sulle lunghe code in Questura per richiedere il permesso di soggiorno.
La mobilitazione è dei Sudd Cobas Firenze Prato. “Precarietà lavorativa e precarietà sociale si alimentano a vicenda in un circolo vizioso. È anche di questa realtà che si alimenta il supersfruttamento nel distretto. A questo circolo vizioso vogliamo contrapporre un circolo virtuoso della lotta, anzi delle lotte. Della lotta per una vita più bella. Dentro e fuori il posto di lavoro. La primavera 8×5 sarà anche questo”.
“File interminabili fuori dalla Questura – dice Marco Biagioni, segretario del Pd di Prato – persone costrette a dormire all’aperto e sotto la pioggia, permessi di soggiorno che arrivano già scaduti. Sono situazioni inaccettabili in un paese che vuol dirsi civile e democratico. Precarietà, illegalità, insicurezza e violazioni dei diritti fondamentali passano anche da qui. Migliaia di lavoratori, lavoratrici, studenti e famiglie che cercano stabilità, regolarità, un lavoro sicuro e l’opportunità di contribuire alla nostra comunità, sono invece respinti nella precarietà. Una condizione che un pratese su 4 vive sulla propria pelle”.
“Come Partito Democratico di Prato – prosegue – aderiamo alla mobilitazione dei Sudd Cobas e condividiamo la richiesta di aprire un tavolo presso la Prefettura con il coinvolgimento della Questura, a cui il governo non da nemmeno gli strumenti adeguati per svolgere il servizio. A livello nazionale serve una riforma delle norme sull’immigrazione, ma ci sono molte proposte concrete, promosse anche dalle associazioni di migranti, che si possono fare nell’immediato. Alcune sono già state sperimentate proprio qui a Prato. La nostra città può essere capofila di una sperimentazione nazionale sui permessi di soggiorno, spostando la competenza amministrativa per la verifica dei requisiti dalle Questure ai Comuni, con l’assegnazione delle relative risorse. Le migrazioni non possono continuare a essere trattate come un problema di ordine pubblico. Il Pd è pronto a dare il suo contributo per una città che sappia davvero garantire diritti e dignità a tutte le persone che la abitano”.
“Le scene fuori dalla questura sono inaccettabili: code infinite, persone costrette a dormire all’aperto, anche sotto la pioggia battente, procedure di rilascio interminabili – aggiunge Arjana Salimusaj, responsabile per i diritti dei Giovani Democratici Prato – Questa non è solo burocrazia inefficiente, è una palese violazione della dignità umana e dei diritti fondamentali. Migliaia di persone vengono respinte in una spirale di precarietà e insicurezza e questo non possiamo tollerarlo”.
“Di fronte a questa situazione drammatica, che si trascina da troppo tempo – prosegue Niccolò Ghelardini, segretario dei Giovani Democratici di Prato – La nostra adesione all’assemblea e alla mobilitazione dei Sudd Cobas è totale. La richiesta di politiche attive serie e incisive è un passo necessario e non più rimandabile”:
“Questa situazione è figlia di decenni di inerzia e interventi istituzionali insufficienti – aggiunge Salimusaj – Per troppo tempo tutta la politica ha ignorato o gestito con grande superficialità la questione migratoria, trascurando le condizioni disumane vissute da queste persone. Non possiamo più permetterci rinvii: serve un cambiamento tangibile nella vita quotidiana di chi attende un documento, che è un diritto. Proprio per questo,” sottolinea Salimusaj “è cruciale che tutte le istituzioni cittadine e la classe politica pratese costruiscano un fronte compatto per un’azione coordinata e incisiva verso il Governo. Dobbiamo definire un percorso condiviso che porti a soluzioni strutturali e durature.”
“In questo percorso – conclude Ghelardini – è fondamentale ascoltare e valorizzare l’impegno di chi vive il problema sulla propria pelle. La politica deve supportare queste istanze e con forza facilitare i processi. È ora di agire con determinazione: necessitiamo di una riformulazione totale degli iter di richiesta dei documenti e della concessione di cittadinanza”.