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PRATO – “Il referendum promosso dalla sinistra italiana si è concluso con un clamoroso flop, segnando una delle bocciature popolari più nette degli ultimi anni. A livello nazionale l’affluenza è rimasta molto al di sotto del quorum necessario, così come in Toscana e nella provincia di Prato, evidenziando il netto rifiuto dei cittadini verso una consultazione politicizzata e priva di reale sostegno popolare”. Queste le parole di Claudiu Stanasel, vicepresidente del consiglio comunale di Prato, capogruppo della Lega e consigliere nazionale del Mondo al Contrario.
“Questo referendum era un’operazione costruita ad arte per attaccare il governo e alimentare la solita battaglia ideologica sulla cittadinanza – dice – ma gli italiani hanno scelto di rispondere con l’astensione, manifestando un chiaro atto politico di rigetto verso una campagna ipocrita e strumentale. Il segnale più forte arriva proprio da Prato: tutto l’apparato politico del centrosinistra si è mobilitato, da mesi, con ogni mezzo – comitati, eventi, comunicazione istituzionale e l’impiego di tutte le risorse a disposizione – per promuovere il referendum. Eppure, nonostante una campagna martellante e l’impegno totale dell’apparato del centrosinistra, il quorum non è stato raggiunto. Il risultato è chiaro: i cittadini pratesi hanno respinto con decisione l’uso ideologico di temi delicati come lavoro e identità nazionale, scegliendo di non farsi strumentalizzare in un gioco politico e partitico che mirava a manipolare i loro diritti e la loro dignità”.
“Il risultato nel Comune di Prato, messo a confronto con le ultime elezioni amministrative di un anno fa, che ha visto la candidata del centrosinistra Ilaria Bugetti vincere al primo turno con il 52,22 per cento dei voti – prosegue Stanasel -conferma una realtà ormai consolidata a Prato: una parte significativa della popolazione locale vota a sinistra alle amministrative esclusivamente per interesse diretto e personale e non per convinzione politica o ideologica. Il consenso ottenuto in ambito locale, infatti, non si è traduce in un sostegno convinto a campagne politiche più ampie o a temi nazionali, come dimostra il netto calo di partecipazione e consenso in questa consultazione referendaria. Il quorum non è stato raggiunto né a Prato né in Toscana nè a livello nazionale. È un fallimento fragoroso per chi aveva trasformato la consultazione in un banco di prova politico, umiliando così Ilaria Bugetti, Eugenio Giani, Elly Schlein e tutto il loro partito. Dal Pd e ai suoi alleati pretendiamo non solo un mea culpa, ma scuse pubbliche al popolo italiano. Hanno giocato con la dignità del lavoro e l’identità nazionale per meri scopi elettorali, coi soldi pubblici. Hanno provato a manipolare la coscienza civica dei cittadini con un referendum costruito ad arte per fini ideologici, e ora devono prendersi la responsabilità politica di questa sonora bocciatura”.
“Il messaggio dei pratesi, dei toscani e degli italiani è chiaro e inequivocabile – conclude Stanasel – la politica deve tornare ad ascoltare i cittadini e occuparsi dei problemi reali, non usare strumenti istituzionali per campagne di parte. Gli italiani hanno dimostrato maturità e coraggio. Non si lasciano più prendere in giro da chi usa il lavoro come scusa e la cittadinanza come obiettivo nascosto. Questo referendum è stata una trappola, e il popolo l’ha evitata. Una lezione severa che la sinistra farebbe bene a meditare in silenzio”.
I dati
Alla chiusura definitiva dei seggi elettorali per il referendum 2025 su lavoro e cittadinanza l’affluenza registrata a Prato è stata del 38,13%, di poco superiore a quella su base provinciale – 37,46% -, comunque molto lontano dal raggiungimento del quorum del 50% più uno dei voti, la soglia necessaria all’efficacia del referendum abrogativo. Lo scrutinio delle schede è comunque cominciato subito dopo la chiusura delle urne. Qui i risultati https://www.po-net.prato.it/elezioni/2025/referendum/