PRATO – Canile di Prato, arrestata presidente onlus gestore ‘Il Rifugio’.
Patrizia Nocerino, presidente associazione onlus ‘Qua la zampa’ che gestisce il canile comunale ‘Il Rifugio’ di Prato è agli arresti domiciliari. Con le accuse di peculato, induzione indebita a dare o promettere, ricettazione e concorso in falso materiale in atto pubblico.
I carabinieri Nas di Firenze hanno acquisito all’assessorato Ambiente Comune di Prato.
Prelevati atti che ricostruiscono i rapporti tra il Comune e l’associazione negli ultimi dieci anni.
L’amministrazione comunale, con una nota: “Sin dal primo momento gli uffici comunali hanno garantito massima collaborazione agli inquirenti che stanno portando avanti l’inchiesta su alcuni membri dell’associazione ‘Qua la zampa’, che ha in gestione il canile comunale. L’affidamento del servizio era stato rinnovato tramite gara a fine 2022. La continuità del servizio sarà garantita, dato che gli animali hanno necessità di assistenza quotidiana e l’associazione è chiamata a rendere conto di come intende riorganizzarsi. In base agli sviluppi dell’inchiesta potranno essere valutati i provvedimenti necessari. L’amministrazione si augura che quanto prima venga fatta chiarezza anche per tutti i membri dell’associazione stessa”.
Ed è un vero e proprio terremoto giudiziario quello che coinvolge una struttura di una città leader per quanto concerne tutela e benessere degli animali.
L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Patrizia Nocerino, 63 anni, è stata emessa dal Gip del Tribunale di Prato su richiesta della locale procura della Repubblica.
Nel corso dell’indagine condotta dai militari del Nas di Firenze, coadiuvati dai carabinieri della Compagnia di Prato e assistiti dalle guardie zoofile dell’associazione pratese Earth, sarebbe stata riscontrate situazioni illecite relative alla condizione amministrativa del canile e alla gestione dei cani sottoposti a sequestro o comunque sottratti ai proprietari in seguito a controlli.
In una nota firmata dal procuratore Giuseppe Nicolosi si legge che “l’attività d’indagine sinora svolta ha riscontrato l’indebita percezione di somme di denaro dai proprietari dei cani vaganti e catturati che sarebbero dovute confluire nelle casse comunali quali spese per cattura e relativa sanzione amministrativa”. E’ stata riscontrata anche “l’indebita approvazione di cani di privati” prospettando “sanzioni non dovute” e un’ipotesi di ricettazione per “l’occultamento nel canile” di un animale finito al ‘Rifugio’ in seguito ad un’altra indagine. La Procura contesta anche “il concorso nella realizzazione di una falsa attestazione di riconsegna di un altro cane”.