(Adnkronos) – A partire dal 5 luglio 2024, sono entrati in vigore i nuovi dazi doganali europei sulle importazioni di auto provenienti dalla Cina. Una mossa, quella varata dall’Unione Europea, che ha fatto scattare l’allarme di diversi colossi dell’automotive, tra cui la BYD.
Il costruttore automobilistico cinese avrebbe intenzione, per aggirare i dazi doganali europei, di costruire un nuovo sito produttivo in Ungheria, la cui produzione di auto elettriche dovrebbe già partire dal 2026. Un altro paese dove la BYD starebbe valutando un investimento di milioni di dollari è la Turchia, zona tradizionalmente strategica per il Marchi automobilistici, vista la sua vicinanza con i Paesi dell’UE. Un investimento pari a un miliardo di dollari, questo secondo la rivista Bloomberg, il piano strategico della BYD, per stanziare una sua fabbrica nel Vecchio Continente. Prima di tutto la differente tassazione, attualmente sui veicoli importati dalla Cina, l’Europa prevede ulteriori dazi doganali pari al 17,4% che si aggiungerebbero al 10% già esistente. Costruendo una fabbrica in Turchia o Ungheria, la BYD di fatto, avrebbe un notevole vantaggio competitivo rispetto ai suoi competitor diretti. A beneficiarne la sua intera gamma a partire dalla Seagull, una compatta elettrica che arriverà in Italia nel corso dei prossimi mesi e che rappresenterebbe la porta d’accesso all’universo tecnologico e zero emissioni di BYD.
Molto interessante, oltre all’Ungheria, sarebbe anche la realizzazione di una seconda fabbrica BYD in Turchia. Recente è l’incontro tra il presidente turco Erdogan e il presidente cinese, Xi Jinping.
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BYD e i dazi doganali europei
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