(Adnkronos) –
Il vertice Nato, in corso a Washington, rappresenta un momento cruciale per i trentadue alleati per esaminare le prospettive future in un contesto internazionale sempre più complesso e mutevole, nonché un'opportunità per fare il punto della situazione a 75 anni dalla fondazione dell'Alleanza Atlantica. Nelle intenzioni di Mosca, l'invasione russa dell'Ucraina iniziata nel febbraio 2022 avrebbe dovuto indebolire l'Occidente. Tuttavia, la NATO si è ampliata con l'adesione di Finlandia e Svezia, beneficiando di una maggiore consapevolezza in Europa della sua ragion d'essere come pilastro della difesa collettiva degli stati membri. Lo IAI, Istituto Affari Internazionali, ha pubblicato uno studio a firma Alessandro Marrone e Gaia Ravazzolo, che offre un'analisi delle sfide ancora irrisolte per l'Alleanza Atlantica. In particolare, si concentra sul sostegno all'Ucraina e sul rafforzamento della deterrenza lungo il fianco orientale, oltre che sull'approccio della NATO verso l'Indo-Pacifico e il fianco sud, soprattutto in termini di partenariati. Lo studio discute infine le implicazioni e le sfide future per l'Italia derivanti da tali sviluppi, fornendo alcune raccomandazioni al sistema-Paese. Gli Alleati continuano a sostenere il diritto dell'Ucraina all'autodifesa, anche attraverso forniture militari da parte dei singoli paesi NATO, e perseguono quanto concordato nel Concetto Strategico del 2022: "Un'Ucraina forte e indipendente è vitale per la stabilità dell'area euro-atlantica". Subito dopo l'inizio dell'invasione russa, gli Alleati hanno lanciato il Pacchetto di Assistenza Complessiva (Comprehensive Assistance Package, CAP), un programma di assistenza confermato e rafforzato nel 2023 durante il vertice di Vilnius, volto a ricostruire il settore della difesa ucraino e ad accompagnare l'Ucraina verso la piena interoperabilità con la NATO. Nonostante gli investimenti considerevoli, permangono difficoltà in vari paesi, tra cui l'Italia, nel prolungare il supporto all'Ucraina, impegnata in una guerra di attrito su larga scala, a causa dei fondi limitati, della progressiva erosione delle scorte e di una capacità produttiva insufficiente. Di fronte alla minaccia russa, l'Alleanza Atlantica ha accolto la Finlandia (2023) e la Svezia (2024) come nuovi membri, spostando il suo centro di gravità verso il Nord. L'Ucraina ha presentato la domanda di adesione nel settembre 2022. A livello politico, gli stati membri possono decidere all'unanimità di accogliere le richieste di adesione di un altro paese europeo se ciò contribuisce alla sicurezza dell'area nord-atlantica. A livello militare, l'interoperabilità e l'adeguamento agli standard NATO sono fondamentali. La NATO sta intensificando la sua attenzione verso la regione indo-pacifica, riconoscendo la crescente influenza della Cina. Questo interesse è dettato dalla necessità di affrontare sfide globali, quali la sicurezza marittima, la cyber sicurezza e la resilienza delle catene di approvvigionamento. La NATO sta rafforzando le sue partnership con paesi al di fuori dell'area euro-atlantica, come Australia, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda, tanto che i leader di questi paesi sono presenti a Washington per il summit. Queste collaborazioni mirano a migliorare la cooperazione in ambiti come la sicurezza cibernetica, le operazioni di pace e la risposta alle crisi L'Alleanza continua a svolgere un ruolo chiave nella gestione delle crisi e nella stabilizzazione delle aree di conflitto. Le operazioni di stabilizzazione e le missioni di mantenimento della pace restano una componente essenziale della strategia NATO per garantire la sicurezza internazionale. Nonostante la crescente attenzione verso l'Indo-Pacifico, la NATO non ha abbandonato il fianco sud, che include il Mediterraneo e l'Africa settentrionale. La sicurezza nel fianco sud rimane una priorità, in particolare per affrontare le minacce provenienti dal terrorismo, dalla migrazione irregolare e dall'instabilità regionale. La questione dei finanziamenti è cruciale per il futuro della NATO. Gli alleati devono raggiungere l'obiettivo del 2% del PIL destinato alla difesa, come concordato. Questo è essenziale per mantenere la credibilità e l'influenza dell'Alleanza, si legge nel report IAI. L'Italia deve affrontare diverse sfide, ma ha anche numerose opportunità all'interno della NATO. È fondamentale che l'Italia rafforzi la sua posizione, investendo nelle capacità di difesa e partecipando attivamente alle missioni e alle operazioni NATO. Inoltre, l'Italia dovrebbe promuovere candidati italiani per posizioni di vertice all'interno della NATO, preparandoli con largo anticipo e supportandoli sistematicamente. L'Italia deve ridefinire e implementare una nuova agenda all'interno della NATO, che non può essere disconnessa dal raggiungimento dell'obiettivo del 2%. Poiché quasi tutti gli alleati europei soggetti alle regole del Patto di Stabilità dell'UE hanno raggiunto o raggiungeranno questo obiettivo entro pochi anni, non farlo condannerebbe l'Italia, i suoi interessi e le sue iniziative alla marginalizzazione all'interno della NATO. In conclusione, scrivono Marrone e Ravazzolo, in Italia è giunto il momento di avere il coraggio politico per rispettare gli impegni presi e riaffermati riguardo al bilancio della difesa, aggiornare proattivamente la visione italiana sull'agenda della NATO post-invasione russa dell'Ucraina e implementare una strategia a lungo termine che salvaguardi gli interessi nazionali nel quadro transatlantico attuale e futuro . —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Nato, ricerca Iai: “Senza il 2% Italia rischia di finire ai margini dell’Alleanza”
© Riproduzione riservata