Identità, qualità, territorio e tracciabilità. Boom di richieste per ottenere il bollino Toscano Igp.
Come spiega lo stesso Consorzio di tutela, la costante crescita della domanda di olio Toscano Igp nel mondo unita alla buona tenuta del prezzo e alla positiva stagione olivicola, malgrado rese più basse delle previsioni, hanno fatto schizzare le domande di certificazione da parte degli olivicoltori della Toscana. L’olio extravergine di oliva atto a divenire Toscano Igp, sottolinea il Consorzio, potrebbe raggiungere i 50mila quintali: una soglia, se confermata, superiore a quella del 2023 quando i quintali effettivamente certificati erano stati 32mila a fronte di un’annata non certo memorabile e dei 42mila del 2022.
Un processo, quello dell’autenticazione del percorso di produzione dalla pianta alla bottiglia, evidenzia il Consorzio, “previsto dal rigido disciplinare del Consorzio di tutela che si occupa della difesa, della promozione e della valorizzazione del prodotto e del marchio, che permette di apporre sul collo delle bottiglie il marchio Toscano Igp, diventato per il consumatore insieme ad un elemento immediato di riconoscibilità, un elemento di fiducia e distintività in termini di qualità, tracciabilità trasparenza e soprattutto di un’area di produzione ben definita: la Toscana”.
A cristallizzare l’annata appena conclusa e tracciare la nuova rotta sulle strategie di promozione del Toscano Igp è stato l’ultimo consiglio annuale del Consorzio di Tutela guidato dal presidente Fabrizio Filippi.
“Il Toscano è un prodotto ad indicazione geografica di origine ma ha, a tutti gli effetti, un disciplinare da denominazione di origine protetta. Quindi regole e paletti molto rigidi e severi: tutto il processo produttivo che deve svolgersi all’interno della Regione Toscana. Per facilitare il consumatore abbiamo introdotto, ormai molti anni fa, tra i primi a metterla a disposizione dei consumatori, l’etichetta parlante che è presente sul collo di ogni bottiglia: uno strumento che mette in trasparenza il processo produttivo e che sarà integrato, nel 2025, anche da un Qr Code integrativo con molte altre utili informazioni per l’utente. Vogliamo dare al consumatore nuovi, più moderni e veloci mezzi per conoscere l’autenticità di quel prodotto che sta acquistando senza alcuna possibilità di errore o dubbio”.
La raccolta per il Toscano Igp si è chiusa, come da disciplinare, il 15 dicembre 2024. “Questa annata olearia è stata caratterizzata da una produzione importante di olive, superiore alla media stagionale, che però non ha trovato riscontro in frantoio. Le olive erano belle e sane ma anche molto grandi. Questo farebbe pensare ad una super produzione di olio, purtroppo non è stato così. Le olive non erano piene di olio ma dell’acqua assorbita durante le precipitazioni cadute proprio a ridosso e durante il periodo di raccolta. Le rese, ovvero i litri di olio che sono stati effettivamente prodotti spremendo un determinato quantitativo di olive, sono state al di sotto delle attese anche di 3 punti e mezzo rispetto alle medie degli scorsi anni. Dal 13%/14% siamo scesi intorno al 9%/10% quando a volte anche sotto.
“L’addizione più olio più olive non è stata rispettata; quelli che sono aumentati sono però i costi perché si basano sul peso delle olive sia nella fase della raccolta che in quella della frangitura. Il calo di produzione nell’area del Mediterraneo ha permesso al nostro Toscano Igp, proprio grazie ad una buona annata, di essere molto richiesto e come conseguenza ben remunerato andando, in parte a compensare, gli alti costi in questo senso non trova giustificazione il tentativo di alcuni player commerciali di abbassare il prezzo all’ingrosso del Toscano Igp. Il prezzo è perfettamente allineato ad un mercato dove sono domanda ed offerta a dettare le regole”.
CINZIA GORLA