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martedì 24 Dicembre 2024
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A 35 anni di distanza Vernio ricorda la strage del Rapido 904: “Vogliamo la verità”

All'ex Meucci sfilano ex responsabili delle istituzioni, ferrovieri, medici, soccorritori, volontari e sopravvissuti: una notte che ha segnato la loro vita

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VAIANO – In tanti, tantissimi a Vernio alla serata Testimonianze e memorie dei soccorritori e di chi ha vissuto la strage di Natale.

L’ex Meucci è stato teatro del ricordo nel giorno del 40esimo anniversario della Strage di Natale del Rapido 904.

Un momento della serata
Un momento della serata (foto FB Comune di Vernio)

Il sindaco di Vernio di allora, Giovanni Pini, ha racconta tola terribile notte della strage, l’angoscia del numero delle vittime che cresceva, le notizie, sempre più drammatiche che si susseguivano, le difficoltà dei soccorsi e l’Italia per chi viaggiava in treno per 3 giorni divisa in due.

Ascoltate anche le parole dell’ex ferroviere Arcangelo Lucarelli uno dei primi a tentare prima, e a riuscire poi, a entrare nella galleria dalla parte toscana, invasa dal fumo.

Nadia Magnani, invece, nel 1984 era una giovanissima dottoressa che lavorava per le Ferrovie. Entrata una prima volta nel buio denso di fumo della galleria è stata costretta a uscire. Poi l’odore terribile di bruciato e una bambola abbandonata sui binari sono le immagini terribili che ancora, dopo 40 anni, non l’abbandonano.

Il medico Andrea Saccardi, entrato con il secondo gruppo di soccorritori, ha percorso a piedi l’ultimo tratto, un lungo tragitto, con grandi difficoltà. Poi si sono occupati degli ultimi feriti rimasti in galleria trasportandoli fuori con i carrelli che facevano la spola dall’incidente alla stazione di San Benedetto Val di Sambro. Un’esperienza che segna l’intera vita.

Loretta Pappagallo salì sul Rapido 904 il 23 dicembre 1984 proprio nel vagone 9, quello su cui viaggiava la famiglia Taglialatela, che perse la figlia nello schianto e il padre qualche tempo dopo. “Erano allegri, ascoltavano la radio, ma io ero stanca, volevo dormire un po’ e mi spostai nel vagone 10, forse questo mi salvó la vita. Spero che si faccia luce su tutti responsabili, dopo 40 anni ancora non sappiamo e questo fa male”.

© Riproduzione riservata

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