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Muore travolto dal camion dal quale stava scaricando del materiale

L'incidente a Vernio: il mezzo parcheggiato ha perso aderenza e ha travolto il lavoratore 57enne, che è deceduto

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VERNIO – Travolto dal camion dal quale stava scaricando del materiale. 

Infortunio mortale oggi (19 maggio) a Mercatale di Vernio dove si è verificato il decesso di un lavoratore impegnato in attività di scarico di materiale da un camion, parcheggiato in una strada in pendenza. Il mezzo parcheggiato ha perso aderenza e ha travolto il lavoratore, che è deceduto.

Si tratta di un 57enne di origine albanese, che aveva ottenuto la cittadinanza italiana e che lavorava per una ditta in appalto di Ferrovie.

La procura di Prato ha proceduto al sopralluogo e agli accertamenti per verificare le modalità del fatto ed individuare le eventuali responsabilità penali. Il fascicolo di indagini è aperto con l’ipotesi di omicidio colposo.

La procura ha proceduto al sequestro dell’area interessata dal sinistro e del camion.

La sindaca di Vernio Maria Lucarini, che stamani si è recata sul posto appena appresa la notizia dell’incidente, insieme all’amministrazione di Vernio esprime la propria vicinanza alla famiglia colpita da una perdita così tragica. “È una notizia che addolora noi tutti, ma resta salda la fiducia nelle autorità che si stanno occupando di chiarire le circostanze dell’incidente“.
Sul tema anche il Pd toscano: “Un altro incidente sul lavoro, un’altra vita spezzata. È di oggi la sconvolgente notizia che a Vernio, in provincia di Prato, un operaio di 56 anni è morto schiacciato da un mezzo pesante usato per il trasporto di materiali che – secondo le prime ricostruzioni – l’uomo stava cercando di fermare per evitare che finisse in una scarpata. Esprimiamo profonda vicinanza e solidarietà alla famiglia della vittima. Basta tragedie sul lavoro: tutti devono essere messi in condizioni di svolgere le proprie mansioni in totale sicurezza. La politica e le istituzioni devono intervenire in termini di prevenzione e tutela con azioni concrete per prevenire incidenti di questo tipo, soprattutto laddove i rischi sono maggiori, insieme alle imprese e ai sindacati. Solo così sarà possibile fermare tragedie come quella che è accaduta questa mattina a Vernio e permettere alle lavoratrici e ai lavoratori di ogni settore di svolgere in totale sicurezza le proprie mansioni”.
Anche Rifondazione Comunista è indignata per l’accaduto: “Altro morto sul lavoro, altra tragedia che va a sommarsi alle altre ormai troppe per qualsiasi commento sensato sull’argomento. Siamo stufi di registrare i morti e di indicare le cause. Siamo dentro una condizione che non è sopportabile sotto ogni punto di vista, occorre un punto della situazione che ci faccia capire il senso di questa situazione. Non bastano più gli appelli e le solite discussioni sulla sicurezza, sui controlli e sulle condizioni di lavoro. Pensiamo che accanto alle tante insufficienze ci sia anche una considerazione del proprio lavoro che ha subito un netto peggioramento, una precarietà anche di intendimento del ruolo proprio di lavoratore che non pensa alla propria sicurezza di fronte a situazioni rischiose e troppo spesso mortali. Quando parliamo di cambiamento dell’idea stessa di lavoro, intendiamo anche l’impossibilità di vedere un senso compiuto delle proprie azioni, di dare significato alla propria vita rispetto alle proprie azioni e dell’abitudine al rischio che quasi mai è calcolato. Se vogliamo essere all’altezza della drammatica escalation a cui stiamo assistendo dovremmo inoltrarci anche in ragionamenti che riflettano meglio la realtà, dovremmo capire quanto la perdita di cultura del lavoro e la dignità del lavoro stesso influiscano intorno alle morti, oltre naturalmente a tutti gli altri fattori che comportano le attuali statistiche. C’è una percentuale intorno al 10% di morti in più quest’anno e la Toscana è tra le prime sei regioni. Dobbiamo fare qualcosa subito, qualcosa che possa dare un segnale importante a tutto il mondo produttivo e ripensare tutta la politica della sicurezza a partire dalla centralità del singolo lavoratore e della sua consapevolezza“.

Insorgono anche i sindacati: “Un’altra morte sul lavoro nel nostro territorio, l’ennesima, a conferma che stiamo vivendo una vera emergenza alla quale tutti, non solo i sindacati, ma anche la politica, le istituzioni, le autorità pubbliche devono dedicare più attenzione.Siamo stanchi di piangere e contare i morti”. A dirlo sono Cgil, Cisl, Uil e le rispettive categorie del settore edile, Fillea, Filca e Feneal, del territorio pratese, dopo l’incidente costato la vita a un operaio questa mattina a Vernio.

“In provincia di Prato, a Montemurlo, si è svolta una delle manifestazioni di Cgil, Cisl e Uil nazionali del Primo Maggio, dedicato quest’anno alla sicurezza sul lavoro. E proprio in questo territorio, a solo pochi chilometri di distanza, siamo costretti oggi a registrare un altro morto. Non bastano più le belle parole, non bastano più i proclami di ‘mai più’. Forse c’è chi non si è accorto della gravità di quanto sta accadendo, che questa è un’emergenza ben più grave delle tante a cui ogni giorno vengono dedicati sforzi, polemiche e risorse. Se vogliamo continuare a definire la nostra come una società civile bisogna che davvero tutti si facciano carico di queste tragedie”.

“Sono profondamente addolorato per la tragica scomparsa dell’operaio di 56 anni, vittima di un incidente sul lavoro questa mattina a Vernio. Alla sua famiglia, ai colleghi e a tutti i suoi cari desidero esprimere, anche a nome dell’intero Consiglio regionale della Toscana, il mio cordoglio più sincero e la nostra vicinanza in questo momento di immenso dolore”. Così il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo. 

“Ogni morte sul lavoro è una ferita inaccettabile per la nostra comunità – aggiunge Mazzeo.  – È dovere di tutte le istituzioni, a ogni livello, fare il massimo affinché la sicurezza nei luoghi di lavoro sia sempre una priorità assoluta, perché non si può e non si deve morire per lavorare. Serve uno sforzo collettivo per rafforzare i controlli, promuovere la cultura della prevenzione e investire in formazione e tecnologie che tutelino la vita e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori. La sicurezza non è un costo, è un diritto”.

© Riproduzione riservata

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