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Autolinee Toscane: nel 2026 body cam ai verificatori per potenziare la sorveglianza sui bus

Intanto Autolinee Toscane ha chiesto tempo fino a marzo 2026 per la chiusura delle cabine degli autisti, mentre già dal primo trimestre del 2026 saranno forniti ai verificatori delle body cam che gli stessi porteranno addosso e registreranno in continuazione quello che avviene sul bus aggiungendosi al già presente apparato di sorveglianza

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PRATO – A seguito dei recenti episodi di violenza avvenuti su gli autobus di Autolinee Toscane i rappresentanti sindacali di Cgil Cisl e Uil sono stati convocati dal Prefetto al tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica.

L’incontro, nella stessa sede, era già avvenuto a maggio, in quell’occasione erano stati evidenziati i deficit dell’azienda a seguito di aggressoni fisiche e verbali in particolare in relazione al non funzionamento dell’allert button, presente all’interno degli autobus, che collegato alla sala radio di AT sarebbe di ausilio coordinando l’intervento delle forze dell’ordine, qualora necessario, fornirebbe un arrivo tempestivo delle stesse.“Il Prefetto chiese all’azienda – spiega Paolo Torracchi di Fit Cisl – di mettersi in regola , anche per quanto riguarda la chiusura della cabina dell’autista nei mezzi più vecchi, poi sono avvenute altre aggressioni ma a Prato non è stato fatto ancora niente”.

Nell’ultimo incontro Autolinee Toscane si è scusata dicendo di essere in ritardo commentando peraltro che la sicurezza dei dipendenti è al centro della loro politica. “Come sindacati – spiega Torracchi – abbiamo portato all’ultima riunione una bozza di protocollo sulla falsa riga di quello presentato a Firenze dalle sigle sindacali, vorremmo far calzare quel protocollo sulla città di Prato considerando tutte le sue peculiarità”.

Intanto Autolinee Toscane ha chiesto tempo fino a marzo 2026 per la chiusura delle cabine degli autisti, mentre già dal primo trimestre del 2026 saranno forniti ai verificatori delle body cam che gli stessi porteranno addosso e registreranno in continuazione quello che avviene sul bus aggiungendosi al già presente apparato di sorveglianza. “Questo – continua Torracchi – naturalmente nel rispetto della privacy, servirà da deterrente e fornirà dati utili alle forze dell’ordine qualora ci trovassimo di fronte ad aggressioni o episodi spiacevoli”.

© Riproduzione riservata

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