Cellulari, caricabatterie e armi improprie dietro le sbarre: tre arresti alla Dogaia

PRATO – Usano smartphone in carcere per gestire lo spaccio in carcere e nelle strutture penitenziare del paese grazie all’uso di droni. 

Quale prosecuzione dell’operazione di sabato nel corso delle prime ore della giornata e, a seguito di un continuo monitoraggio degli occupanti della camera 14 nella sesta sezione del carcere pratese, i tre detenuti di origine campana, di 29, 36 e 26 anni sono stati sorpresi telefonare con tre smartphone all’interno della stanza. Nello stesso orario sono stati avvistati droni sorvolare l’istituto penitenziario pratese.

A seguito della perquisizione all’interno della camera di detenzione occupata dai tre detenuti sono stati trovati anche più caricabatterie per telefoni cellulari, un tirapugni, tre punteruoli, una lama rudimentale e un paio di forbici, nonché più farmaci detenuti in violazione delle prescrizioni penitenziarie.

Un detenuto, che ha assunto un atteggiamento di proficua collaborazione con la procura che è stato sottoposto a misure di protezione ha riferito che costoro, con i telefoni cellulari, che ha descritto per averli visti, gestiscono l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti, mediante l’impiego di droni, e la vendita dello stesso all’interno del carcere la Dogaia e in altre strutture carcerarie del paese, nonché la fornitura di armi e telefoni.

Tali indicazioni hanno dunque trovato riscontro con i ritrovamenti di oggi.

I tre detenuti sono stati arrestati. Le investigazioni sono state svolte con il prezioso ausilio di alcuni appartenenti alla polizia penitenziaria di Prato, in servizio nel carcere La Dogaia, da tempo impegnati nell’articolata indagine in corso.