fbpx
10.9 C
Prato
giovedì 8 Maggio 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Detenuto si suicida coi farmaci ed il gas al carcere della Dogaia

Un altro episodio anche a Sollicciano nello stesso giorno. I sindacati Sappe e Uilpa lanciano l'allarme sulla condizione di detenuti e agenti

Getting your Trinity Audio player ready...

PRATO – Nel tardo di pomeriggio del 14 febbraio un detenuto di origine magrebina, di 32 anni ,è stato trovato privo di sensi al carcere della Dogaia di Prato.

Nonostante l’attivazione della procedura di emergenza con l’arrivo tempestivo dei soccorsi, per il ristretto non c’è stato nulla da fare. E dopo poche ore la scena si è ripetuta Casa circondariale di Sollicciano, a Firenze.

“Oramai non ci meravigliamo più di questi eventi drammatici, considerato le condizioni dei due istituti di Prato e Firenze – commenta, amaro, Francesco Oliviero, segretario per Toscana del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria – A Prato, il detenuto conosciuto come soggetto instabile, si era reso varie volte protagonista di disordini all’interno dell’istituto. Sembrerebbe che lo stesso abbia assunto farmaci e abbia inalato del gas da un fornellino che sono in uso per cucinare.Lo diciamo da troppo tempo che negli istituti penitenziari toscani, soprattutto alla Dogaia, ci sono troppi soggetti con problemi psichiatrici. Gli stessi richiedono una gestione “diversa”, servono mezzi e personale qualificato, ma l’amministrazione Penitenziaria sembra che non voglia affrontare il problema. La Dogaia sta vivendo già da diversi anni il problema della mancanza di un direttore ed una comandante in pianta stabile, rendendo ancora più difficile la gestione dell’Istituto, già stremato dal sovraffollamento dei detenuti e dalla mancanza di personale, soprattutto nel ruolo dei sottufficiali. Sono anni che chiediamo aiuto e segnaliamo sempre gli stessi problemi, cosa aspetta il Dap ad intervenire? Ci auspichiamo che il 2025 non sarà l’ennesimo anno grigio per la Dogaia, solo il 2024, 4 sono i detenuti che si sono tolti la vita, più di 20 invece le aggressioni gravi subite dal Personale di Polizia. E ora di un intervento risolutivo non più rinviabile”.

“Questi ulteriori suicidi avvenuti nelle carceri di Prato e di Sollicciano, a Firenze, deve far riflettere sulla condizione in cui vivono i detenuti e su quella in cui è costretto ad operare il personale di polizia penitenziaria – commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe – Questi drammatici eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri agenti che devono intervenire. Si tratta spesso di agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l’alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi”.

“Mi preoccupano questi nuovi gravi eventi avvenuti a Prato ed a Sollicciano – conclude – Torno a denunciare come la consistente presenza di detenuti stranieri e/o con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri venete e del paese. Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano”.

Sul tema si è espresso, stigmatizzando la situazione, anche il sindacato Uilpa. 

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Prato
nubi sparse
10.9 ° C
11.8 °
9.7 °
92 %
1kmh
40 %
Gio
21 °
Ven
22 °
Sab
23 °
Dom
25 °
Lun
23 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS

×
Oimmei digital consulting