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PRATO – Riprendere il cammino dei patti di prossimità, indicato da papa Francesco, proponendo “cose nuove”, come chiede papa Leone, in riferimento alla Rerum novarum, l’enciclica che ha ispirato il suo nome da pontefice.
È l’impegno frutto delle Piazze della Democrazia, l’iniziativa di confronto pubblico, aperto alla partecipazione dei cittadini, promossa dalla Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Prato e sostenuta dal vescovo Giovanni Nerbini. Il metodo, sperimentato alla Settimana sociale di Trieste, è stato utilizzato per parlare di lavoro e trovare insieme nuove strade per garantire dignità, diritti e possibilità di accesso alle nuove generazioni.
Il primo incontro delle Piazze della Democrazia si è svolto sabato 10 maggio, in piazza Fabbretti, al Villaggio Gescal, tra la parrocchia di Sant’Antonio e il centro civico Ventrone, dove si è parlato di lavoro e cura, di giovani e di sostenibilità ambientale, in particolare di economia circolare. Dalla periferia al centro città: il secondo appuntamento, domenica 11 maggio, si è svolto in piazza Duomo, all’ordine del giorno due argomenti di stretta attualità: lavoro e pace, lavoro e immigrazione. In ogni occasione erano state allestite delle sedie, all’aperto, messe in cerchio e disponibili a chiunque volesse fermarsi per ascoltare o partecipare alla discussione. Ogni tema è stato introdotto da esperti, persone con ruoli di responsabilità in diverse realtà cittadine, e poi è stato lasciato spazio libero alla discussione.
“L’obiettivo era quello di ravvivare la partecipazione, coinvolgere le persone, sentire la loro opinione e trovare insieme delle proposte per la città, ma anche ambiti di impegno da portare avanti come diocesi” spiega Fulvio Barni, direttore della Pastorale sociale diocesana.
Questa fase, quella delle Piazze della Democrazia, è arrivata dopo cinque incontri preparatori tenuti nei mesi di gennaio e febbraio nei circoli Acli e Mcl. Un percorso al quale hanno partecipato oltre 130 persone. E anche la risposta alle piazze dello scorso fine settimana è stata importante, con un centinaio di persone presenti al villaggio e in centro storico. Tra loro semplici cittadini, rappresentanti dell’associazionismo cattolico, politici e amministratori locali, come il presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli – che ha lodato l’iniziativa –, gli assessori Benedetta Squittieri e Sandro Malucchi, il consigliere regionale Marco Martini e la consigliera comunale Sandra Mugnaioni.
La Pastorale sociale sta preparando delle schede con i contenuti emersi e le pubblicherà nei prossimi giorni sul sito web della Diocesi.
Intanto, come anticipato all’inizio, la volontà è quella di riprendere il percorso comune chiamato “patti di prossimità”, sulla scorta di quanto chiesto ai pratesi da Papa Francesco nel corso della storica visita in città il 10 novembre 2015. Sono passati dieci anni, ma quelle parole sono ancora attuali: “La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità e la giustizia”, disse Francesco dal pulpito di Donatello.
La proposta è di stringere un patto per ogni ambito di discussione. Un patto cittadino per aprire a Prato una scuola di pace (idea già emersa durante il Consiglio comunale straordinario sulla pace il 22 febbraio 2024); impegnarsi in modo unitario per Casa Edoardo, il servizio diocesano che sta per aprire all’oratorio di Sant’Anna, rivolto agli adolescenti per aiutarli a camminare verso l’età adulta; un patto per il lavoro degno, sottoscritto da imprenditori, sindacati e associazioni di categoria, cercando di coinvolgere la comunità cinese (sarebbe una novità molto importante); un patto per promuovere la prossimità, attraverso l’attivazione di operatori di Pastorale sanitaria in ogni parrocchia, uomini e donne che possano essere punti di riferimento per i malati, gli anziani, i disabili e le loro famiglie, esprimendo vicinanza concreta. Infine, creare un percorso dedicato a stimolare una nuova e diffusa cultura ambientale, per far capire la necessità di nuovi stili di vita attraverso semplici comportamenti personali sobri e sostenibili.